Mattarella e Steinmeier a Marzabotto, 80 anni dopo la strage
Articolo Precedente
Articolo Successivo
In attesa della cerimonia di commemorazione dell’anniversario della strage di Marzabotto, alla quale parteciperanno il presidente Mattarella e il suo omologo tedesco, Steinmeier, il ministro per le Riforme Istituzionali, Elisabetta Casellati, ha ricordato che si è trattato di “una delle tragedie più atroci e disumane della Seconda Guerra Mondiale e della storia del nostro Paese” e che “la memoria di questo crimine contro l’umanità ci ricorda quanto profondo sia l’abisso in cui l’uomo può sprofondare quando guerra, odio e intolleranza ne corrompono l’anima”. (AltaRimini)
Se ne è parlato anche su altre testate
Germania sono quasi sconosciuti. Anche per questo sono qui anche in profonda amicizia. Fivizzano, Marzabotto, le Fosse (Tuttosport)
"È indicativo che il presidente Germania Frank Walter Steinmeier abbia citato nel suo intervento cinque località dove gli eccidi si sono espressi nella brutalità, drammaticità e ingiustizia, in assoluta e immotivata repressione. (Toscana Notizie)
Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a Marzabotto, per l'Ottantesimo anniversario dell'eccidio nazista. "In questa giornata, alla presenza del Presidente Steinmeier, possiamo affermare, con le parole pronunciate dal Presidente Rau nel 2002, che Marzabotto è divenuto luogo che non separa più tedeschi e italiani ma li unisce". (IL GIORNO)
Marzabotto, Mattarella e Steinmeier in viaggio verso Marzabotto 29 settembre 2024 (Il Sole 24 ORE)
La sua origine deve essere ricercata, in maniera netta e precisa, all’interno dei contenuti che si espressero durante la lotta di Liberazione dal nazi-fascismo: ricordare questo fatto non è retorica, è semplicemente ricordare la verità storica, per difenderla e – ancora una volta – affermarla pienamente. (Strisciarossa)
Sbagliamo se pensiamo che il razzismo, l’antisemitismo, il nazionalismo aggressivo, la volontà di supremazia, siano di un passato che non ci appartiene. "Oggi i conflitti in atto, i luoghi della sofferenza dove il diritto umanitario internazionale non trova applicazione, ci richiamano bruscamente alla responsabilità di non essere né ciechi, né addormentati, né immemori. (Gazzetta del Sud)