Elezioni Usa. Trump-Harris, la politica italiana si schiera
Ansa Se la destra italiana è per Donald Trump, la sinistra è contro di lui, prima ancora che per Kamala Harris e fatte salve le dichiarazioni formali sul rispetto del voto americano. Nonostante le cautele istituzionali richieste dal caso, lo schema degli endorsement sull’asse Roma-Washington è quindi piuttosto definito, con varie sfumature e diversi gradi di intensità a seconda degli interpreti. Giorgia Meloni, come premier, ha smesso da tempo i panni di fan repubblicana, anche se non ha nascosto una comprensibile preferenza per il Grand old party e il tycoon di New York (Avvenire)
La notizia riportata su altre testate
Guardando alla politica italiana, la fiducia nei leader continua a fluttuare, mentre nelle intenzioni di voto c’è una battuta d’arresto per tutti i partiti tranne Fdi e M5S Un sondaggio dell’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24 rivela che il 57% degli intervistati voterebbe per la candidata democratica. (Sky Tg24 )
"Non si tratta tanto di amicizie o pacche sulle spalle. Il punto è se Trump manterrà quel che ha annunciato in campagna elettorale, cioè una politica di dazi e protezionismo, questo sarà disastroso per l'economia italiana. (Il Sole 24 ORE)
Fosse solo una questione di affinità elettive, Giorgia Meloni avrebbe già da tempo schierato Palazzo Chigi, Fratelli d’Italia e il governo dalla parte di Donald Trump. Invece, riguardo alla campagna elettorale che tiene il mondo con il fiato sospeso, la presidente del Consiglio continua a mostrarsi ambivalente, se non ambigua. (Corriere della Sera)
Adesso no,… Erano i tempi da trumpiana, ospite del Cpac, quando Giorgia Meloni sembrava una cosa sola con il popolo Maga, mentre Matteo Salvini a inseguire, pregando per una foto. (la Repubblica)
“La politica americana è molto meno lontana di quello che sembra. Credo che faccia bene il governo e un po’ tutta la politica italiana ad avere molto senso della misura, perché chiunque vinca le elezioni americane noi siamo destinati a continuare in questa specie di rapporto geneticamente indissolubile tra noi e gli Stati Uniti d’America”, lo ha detto Pier Ferdinando Casini, rispondendo alle domande dei cronisti sulle ricadute in Europa di una possibile vittoria alle elezioni Usa 2024 di Donald Trump, a margine della festa del quotidiano ‘Domani’ a Roma. (LAPRESSE)
A capo di una casa editrice, la Giubilei Regnani, presidente della Fondazione Tatarella, che ha organizzato il 5 ottobre il più importante congresso dei conservatori in Italia, ex consigliere al ministero della Cultura e appena tornato dall’America dopo una selezione per l’International Visitor Leadership Program come uno dei più promettenti “leader emergenti”. (MOW)