Nonna uccisa a forbiciate dal nipote 20enne che poi chiama i carabinieri: "L'ho colpita alla gola". Orrore a Chiavari

Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
Secolo d'Italia INTERNO

Chiavari travolta dalla follia. "La nonna è morta ma io sto bene". Inizia così la raccapricciante telefonata di un ragazzo di 20 anni al numero unico delle emergenze. Simone Monteverdi ha chiamato i carabinieri dopo aver ucciso la nonna, Andreina Canepa colpendola probabilmente al collo con un paio di forbici. Il (Secolo d'Italia)

La notizia riportata su altre testate

Poi ha gettato le forbici dal terrazzo, in strada, e ha chiamato il 112: “La nonna è morta, io sto bene”, ha detto agli operatori. Le liti erano all’ordine del giorno, e da diversi mesi quel ragazzo taciturno e riservato sembrava essersi chiuso del tutto in se stesso. (Il Giornale d'Italia)

Da una prima ricostruzione si è saputo che nonna e nipote vivevano insieme. Sul luogo del delitto sono arrivati i carabinieri che, una volta entrati nell’appartamento, hanno trovato il nipote sporco di sangue e la donna ormai priva di vita. (Open)

Questa la tragedia consumatasi ieri mattina a Chiavari, in corso Lavagna, dove al civico 53 vivevano insieme nonna e nipote. (IVG.it)

"Prima abbiamo litigato - il suo primo racconto agli inquirenti - poi l'ho colpita con una forbice che ho buttato dalla finestra. E' terminato intorno alle 18.30 di ieri sera, dopo quasi sei ore, l'interrogatorio nei confronti di Simone Monteverdi, 20 anni, che ieri, sabato 21 settembre poco dopo le 10, ha ucciso l'anziana nonna, Andreina Canepa, 82, nell'appartamento a Chiavari, in corso Lavagna, dove vivevano insieme. (Prima il Levante)

Poi ha gettato le forbici dal terrazzo, in strada, e ha chiamato il 112: “La nonna è morta, io sto bene”, ha detto agli operatori. Chiavari. (Genova24.it)

Un omicidio violento, efferato, quello avvenuto a Chiavari, Levante genovese. Nessun dubbio sulla dinamica della tragedia avvenuta nell’appartamento di corso Lavagna a Chiavari dove il giovane viveva … (Il Fatto Quotidiano)