Meloni in Argentina, al Teatro Coliseo spunta la direttrice d'orchestra Beatrice Venezi

A chiusura della sua missione in Argentina, la premier Giorgia Meloni va al Teatro Coliseo di Buenos Aires per assistere a uno spettacolo di danza a omaggio del cinema italiano. L’orchestra è diretta dalla consigliera per la musica dall'ex ministro Gennaro Sangiuliano, Beatrice Venezi. L'articolo dal nostro inviato Tommaso Ciriaco è su Repubblica (la Repubblica)

Ne parlano anche altre fonti

La prima missione di Giorgia Meloni in America Latina si è chiusa mercoledì sera nella capitale argentina, con le note dell'inno di Mameli come colonna sonora e una platea di italo-argentini a cantare e applaudire in apertura di «Luz, camara, danza», il gala in omaggio al cinema italiano di cui la presidente del Consiglio è stata ospite d'onore. (Corriere della Sera)

Meloni in Argentina, al Teatro Coliseo c'è la direttrice d'orchestra Beatrice Venezi Ansa (La Stampa)

Si è celebrata in Argentina la Giornata nazionale della sovranità, "concetto non negoziabile", si legge sul profilo X di Casa Rosada, la sede del governo argentino guidata dal... (Virgilio)

Italia-Argentina, la civiltà occidentale della motosega

Tuttavia si è trattato di un appuntamento importante, suggellato dalle dichiarazioni di entrambi i leader, che ipotizzano un’alleanza e si esprimono reciproca ammirazione. Esplicita e palpabile l’intesa tra i due, che si è tradotta in abbracci e sorrisi, ma soprattutto nell’elogio, da parte del capo del governo italiano, delle politiche dell’ultraliberista Milei e dei millantati valori occidentali che vanno di pari passo con un atlantismo sfrenato: «Nel nostro bilaterale abbiamo riscontrato la volontà di lavorare insieme perché è molto forte la nostra unità di vedute su molti dossier, penso alla guerra in Ucraina, penso al conflitto in Medio Oriente, penso anche alla crisi che sta attraversando il Venezuela». (L'INDIPENDENTE)

Gli occhiali calati sul naso, il tono calmo, la lettura piatta dei fogli in mano, senza alcuna esaltazione nella voce, farebbero pensare più a un professore annoiato dalla sua stessa lezione che a un leader che girava con la motosega urlando per strada e che oggi parla di progetti di rivoluzione mondiale con toni mistici, quasi messianici. (La Stampa)

E insieme a lui, ha detto, sarà una gioia percorrere la strada – ancora lunga, ha precisato – che hanno di fronte le due «nazioni sorelle». Se lo terrà sicuramente da conto il regalo – imbarazzante nella sua autoreferenzialità – ricevuto da Javier Milei durante la sua visita a Buenos Aires: una statuetta che lo ritrae in giacca e cravatta con l’immancabile motosega. (il manifesto)