Wolfsburg è ancora la capitale europea dell'automobile

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Tom's Hardware Italia ECONOMIA

Entrare nella fabbrica di Wolfsburg è come mettere piede in un universo parallelo, dove la tecnologia e la tradizione convivono in perfetta armonia. Sin dal primo istante, si ha la sensazione di trovarsi in un luogo unico, dove ogni dettaglio racconta la grandezza dell'industria automobilistica europea. Fondata nel 1938, la fabbrica rappresenta un simbolo dell'ingegno e della tenacia tedesca, cresciuta nel tempo fino a diventare un colosso globale. (Tom's Hardware Italia)

Se ne è parlato anche su altri giornali

Inizia ad investire oggi o prova un conto demo senza rischi Registrati per un conto reale PROVA UNA DEMO Scarica la app mobile Scarica la app mobile Situazione generale del mercato: La sessione di lunedì sui mercati azionari europei porta a ribassi nella maggior parte degli indici azionari. (XTB)

L’industria automobilistica tedesca è riconosciuta in tutto il mondo come massimo esempio di innovazione e alta qualità. Possedere un’auto tedesca rappresenta uno status symbol e le case automobilistiche trainano l’economia del paese, contribuendo per circa il 5% del PIL e dando lavoro a oltre 770.000 persone. (AlVolante)

L'industria dell'auto tedesca è in difficoltà. Il settore è in difficoltà e in prima linea c'è proprio il Gruppo Volkswagen, principale costruttore del continente, che si prepara anche a chiudere stabilimenti di produzione, persino in territorio tedesco. (Virgilio)

Con il rischio concreto di un pesante ridimensionamento della forza lavoro. (SicurAUTO.it)

Il gruppo automobilistico tedesco Volkswagen ha nuovamente rivisto al ribasso le sue previsioni sull’andamento del 2024,in seguito alla debole domanda di vetture. Si tratta della seconda revisione nel giro di poco più di due mesi, la prima correzione risale allo scorso luglio. (Il Fatto Quotidiano)

Non è un caso che Blume, ceo del costruttore dal 2022, abbia atteso il giorno successivo alle elezioni in Turingia e in Sassonia per comunicare l’intenzione di dismettere almeno due stabilimenti nel Paese. (Corriere della Sera)