Draghi “apre” a Trump e sprona i leader europei: «I dazi? Tratteremo»
Il ritorno di Trump può rappresentare una scossa per l’Ue, e quindi non essere necessariamente un male. A suggerirlo è Mario Draghi da Budapest, dove è in corso il vertice informale dell’Unione. Il ragionamento da cui muove l’ex numero uno della Bce ed ex-premier italiano è, sostanzialmente, che ora che gli interessi statunitensi ed europei rischiano di entrare in rotta di collisione, la ricetta contenuta nel rapporto che reca in calce il suo nome diviene un documento da prendere in considerazione con urgenza. (Il Dubbio)
Su altri giornali
“Il videomessaggio di Trump non c’è stato, ma se ci fosse domani non sarebbe una tragedia”, dice Charles Michel ai giornalisti nella tarda serata di giovedì, dopo la cena in cui i leader europei cominciano a mettere a fuoco la nuova vittoria di Donald Trump alle presidenziali Usa, intorno al tavolo allestito dal padrone di casa Viktor Orbàn nella sede del Pa… (L'HuffPost)
«È possibile spendere il 2% del Pil per la difesa rispettando il Patto di stabilità, bisognerà prendere tutta una serie di decisioni: oggi bisogna decidere cosa fare perché questa è la nuova situazione». (Avvenire)
Questi i temi che verranno affrontati oggi durante il Consiglio europeo informale, l'ultimo con il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, alla guida. (Italia Oggi)
Mario Draghi dopo la vittoria alle elezioni americane di Donald Trump mette in guardia l'Ue. Pertanto, occorrerà "negoziare" con Washington, in modo unitario. (Adnkronos)
Se serviva una smentita alle voci, in verità assai poco attendibili, che si erano diffuse qualche giorno fa dopo l’incontro tra Schlein e Draghi, sull’eventualità che potesse toccare a lui, al momento opportuno, ricostruire la coalizione di centrosinistra (superando chissà come la contrarietà e i pregiudizi personali di Conte), è bastato ascoltare il suo discorso ieri a Budapest per capire che è … (La Stampa)
«Ci sono grandi cambiamenti in vista e l’Europa non può più posporre le decisioni». L’avvertimento arriva ancora una volta da Mario Draghi, che da Budapest torna a proporre la sua ricetta per rilanciare la competitività dell’Unione europea. (Open)