Niente web tax per radio, tv e testate online
Un emendamento presentato da Forza Italia alla legge di Bilancio propone di escludere dall’imposta sui servizi digitali alcune categorie specifiche di operatori del settore dell’informazione e dell’intrattenimento. Questa imposta, inizialmente concepita per colpire le grandi multinazionali digitali con fatturato superiore a 750 milioni di euro, verrebbe così applicata solo alle imprese tecnologiche e ai giganti del digitale, escludendo i media tradizionali e le testate giornalistiche online che operano sul mercato italiano. (il Giornale)
Su altre testate
La nuova web tax e l’aumento della tassazione sui bitcoin rischiano di diventare un boomerang per l’economia. Due errori da… (L'HuffPost)
Il comma 1 dell’articolo 4 della bozza di Legge di bilancio 2025, modificando il comma 36 dell’articolo 1 della Legge 145/2018, apporta una modifica sostanziale alla normativa vigente, eliminando il limite di ricavi all’applicazione della web tax, la quale, così, diviene un’imposta sui ricavi a cui… (Fiscal Focus)
In un cambiamento generalizzato, trasformazioni e novità importanti con una forte spinta complessiva alla tecnologia, all’uso di prodotti digitalizzati e più in generale verso un sistema che tende ad essere sempre più “online”, è chiaro che ci sono pro e contro. (MisterGadget.Tech)
Web Tax al 3% anche per le PMI e i giornali online: cosa prevede la Manovra 2025 E’ bufera sulla Web Tax estesa a tutte le imprese che realizzano ricavi da servizi digitali. La Legge di Bilancio 2025 elimina l’attuale soglia minima di fatturato in base alla quale l’imposizione fiscale al 3% si applica esclusivamente alle aziende con ricavi pari ad almeno 750 milioni di euro di cui 5,5 milioni inerenti l’erogazione di servizi digitali nel territorio dello Stato. (PMI.it)
Introdotta nel 2018, l'imposta sui servizi digitali era nata con l'obiettivo di combattere l'elusione fiscale delle multinazionali Usa (Google, Amazon, Meta) ma con le modifiche previste dall'articolo 4 della legge di bilancio dovrà essere pagata da tutte le aziende, anche italiane, che ospitano "pubblicità mirata" su un'interfaccia digitale, giornali compresi. (Today.it)
Nessun passo indietro sulla web tax nonostante la stretta finisca per colpire le pmi. (QuiFinanza)