Il campo largo in crisi, M5s: "Siamo in coalizione. Ma Iv tolga il simbolo". I renziani: "Non molliamo"
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– "Con Michele de Pascale ci sono degli accordi che rispetteremo. E secondo quegli accordi non possono esserci politici nella civica del candidato presidente. Inoltre, non possiamo associare il nostro simbolo a quello di Italia Viva". Sono chiari Gabriele Lanzi e Marco Croatti, coordinatori regionali dei Cinque Stelle per l’Emilia-Romagna. I paletti pentastellati rimangono quelli, accanto alla decisione nel rimanere nella coalizione di centrosinistra che sosterrà Michele de Pascale alle Regionali del 17 e 18 novembre. (il Resto del Carlino)
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"Il campo largo in Sardegna non c'è stato, visto che Renzi e Calenda non ci hanno sostenuto e noi abbiamo vinto le elezioni senza il loro supporto. Ha risposto così la presidente della Regione sarda Alessandra Todde, ex vice di Conte alla guida del M5s, in merito alla fine del campo largo dichiarata da Conte. (Corriere Delle Alpi)
L'en plein per dare la spallata al governo Meloni. Dal 3 a 0 al 1-2. (il Giornale)
«A Giuseppe Conte il “campo largo” non conviene, almeno oggi. Differenziarsi lo aiuta ad avere una sua offerta formativa specifica, a fidelizzare l’elettorato dei 5stelle. Essere la ruota di scorta del Pd invece lo penalizza». (Italia Oggi)
«È esistito quello che potremmo chiamare il campo giusto – affermano – Sono esistite le foto dei leader sul palco contro l’autonomia differenziata o su quello dell’Anpi. A questo punto, direbbe quel tale, la domanda sorge spontanea: ma il campo largo che Giuseppe Conte a dichiarato inaridito è mai esistito per davvero? Se si pone la questione dalle parti di via Campo Marzio, al quartier generale del Movimento 5 Stelle, la risposta è abbastanza netta. (il manifesto)
Pagine e pagine piene di queste raccomandazioni sul portale M5s, che ha raccolto i contributi di iscritti e sostenitori per l'assemblea costituente. Oppure «mai con Renzi e Calenda», o ancora «vietato fare accordi con Renzi a tutti i livelli». (La Stampa)
La riflessione Le mosse più importanti sulla scacchiera sono state, in questi giorni, quelle di Giuseppe Conte e di Giorgia Meloni. Conte ha prima rotto con il centrosinistra sulla Rai (gesto politico rilevante e pieno di conseguenze) e poi ha sotterrato il cosiddetto campo largo condizionando fortemente il voto delle prossime regionali di Liguria, Umbria ed Emilia Romagna. (LaC news24)