Dopo l'attentato a Trump negli Usa si parla di tutto tranne che di una cosa: le armi facili. Dem e Gop in silenzio

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C'è un convitato di pietra nel dibattitto sulla sicurezza che è partito negli Usa dopo il fallito attentato a Donald Trump: l'estrema facilità con cui ci si può procurare un'arma. Negli Stati Uniti, infatti, il numero di armi pro capite è il più alto al mondo, tranne che nello Yemen, uno Stato in guerra civile. In particolare, in Pennsylvania, il luogo della sparatoria contro il tycoon, quasi tutti gli acquisti di armi da fuoco richiedono un controllo dei precedenti, ma non è richiesta alcuna prova di abilità nel maneggiare un’arma da fuoco: è sufficiente presentare i documenti in regola per acquistare tutte le armi da fuoco desiderate. (L'HuffPost)

La notizia riportata su altri giornali

Il presidente Joe Biden, poco dopo aver parlato con Donald Trump, vittima dell’attentato armato dal quale è uscito con una ferita all’orecchio, ha forse pensato che queste parole fossero necessarie, una presa di posizione ma anche un messaggio forte da lanciare al popolo americano, con la tensione politica alle stelle a pochi mesi dalle elezioni più polarizzanti della storia. (Il Fatto Quotidiano)

l’attentato nei confronti di Donald Trump è allucinante, c’è un bruttissimo clima da guerra civile negli Stati Uniti che mescola realtà e fiction lasciandoci senza parole. Elettori democratici ed elettori repubblicani non vanno insieme a cena fuori, non si sposano tra di loro e si disprezzano profondamente, sarebbe davvero drammatico se ora incominciassero pure a spararsi letteralmente in faccia come accaduto ieri durante un comizio dell’ex presidente. (Nicola Porro)

Ovviamente, il tycoon newyorkese non si lascerà sfuggire l'occasione per trarne il massimo vantaggio possibile. La dinamica dell'attentato è ancora poco chiara, così come poco chiare sono l'identità e le motivazioni del suo autore. (Italia Oggi)

Dietro l'attentato a Trump, occorre considerare il clima politico, ma anche il contesto strategico

Il presidente ha detto alla nazione che ora bisogno tutti "abbassare la temperatura nella nostra politica”. “Non possiamo, non dobbiamo seguire questa strada in America", ha insistito, in un discorso trasmesso dalle tv in prima serata. (Italia Oggi)

Una questione di centimetri, come sempre accade nei fatti destinati a fare la storia. Nei millisecondi che precedono lo sparo che lo colpisce di striscio all’orecchio, il tycoon muove il capo per guardare sul grande schermo alla sua destra i dati dell’immigrazione clandestina: proprio in quel momento parte il colpo che, se l’ex presidente non si fosse mosso, lo avrebbe ucciso. (Il Fatto Quotidiano)

Era registrato come elettore repubblicano, ma aveva fatto un piccolo contributo a un gruppo politico di sinistra. Chi vorrebbe assassinare Donald Trump? La prima risposta, più ovvia, è Thomas Matthew Crooks, il ventenne freddato dai cecchini subito dopo aver sparato a Donald Trump durante il comizio a Butler, in Pennsylvania, la sera del 13 luglio. (Il Giornale d'Italia)