Processo telematico in tilt, caos e sospensioni in tutta Italia

Processo telematico in tilt, caos e sospensioni in tutta Italia
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INTERNO

Il processo penale telematico, introdotto dal Ministero della Giustizia con l'obiettivo di rendere più efficiente e trasparente il sistema giudiziario, si è rivelato un fallimento in diverse città italiane. A Napoli, le difficoltà legate al cattivo funzionamento dell'applicativo App sono state ribadite durante un vertice tra i procuratori della Repubblica del distretto. Documenti perduti, segreti rivelati ad altri utenti e nomine mai arrivate sono solo alcuni dei problemi riscontrati. Arrestati rimasti senza difensore, sentenze mai viste dal presidente che dovrebbe firmarle e fascicoli del pm a disposizione dei giudici del dibattimento, che non dovrebbero avervi accesso, sono ulteriori esempi del caos generato dal nuovo sistema.

A Torino, il processo penale telematico è affondato a causa di atti scomparsi nell'etere, visibili ad alcuni e non ad altri. Il tribunale di Latina ha sospeso l'applicativo App fino al 15 febbraio, sperando che i malfunzionamenti possano essere risolti entro quella data. Anche a Milano, la sospensione dell'applicativo è stata prorogata fino al 31 marzo 2025, permettendo così di redigere e depositare atti, documenti e richieste in formato cartaceo, ritenendo l'app ministeriale non compatibile con il processo penale telematico.

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha cercato di minimizzare la situazione, sostenendo che le cose non vanno così male come sembrerebbe. Tuttavia, le testimonianze provenienti dai vari tribunali italiani dipingono un quadro ben diverso, fatto di inefficienze e disservizi che rischiano di compromettere il corretto svolgimento dei processi penali.