Cecilia Sala incarcerata in Iran, Tajani: è in cella singola, trattamento rispettoso

Cecilia Sala incarcerata in Iran, Tajani: è in cella singola, trattamento rispettoso
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Agenzia askanews INTERNO

Roma, 28 dic. – Cecilia Sala, detenuta in Iran, è “in una cella singola” dove sta ricevendo “un trattamento rispettoso della dignità della persona” e “continueremo a verificare con le visite consolari che faremo, al momento non abbiamo avuto segnali negativi”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani che, interpellato dalla stampa a margine dei lavori sulla manovra in corso in Senato, ha precisato: “Non parlerei di isolamento, è in una cella singola per non stare con persone che non parlano né inglese né italiano”. (Agenzia askanews)

La notizia riportata su altri media

Nel 2018 è uscito per le edizioni Solferino il più personale «Non legare il cuore. Ha pubblicato diversi libri, sempre all’incrocio tra storia, economia, aspetti religiosi e culturali. (ilmessaggero.it)

E' detenuta, quindi non è in una condizione ideale, ma viene nutrita ed è in una cella singola. Riceverà attraverso la nostra ambasciata beni di prima necessità". (La Provincia di Cremona e Crema)

Il vice premier e ministro degli esteri, Antonio Tajani, in un punto stampa con i giornalisti al Senato, parla di Cecilia Sala, la giornalista arrestata giovedì 19 dicembre a Teheran: «Dal giorno in cui Sala è stata fermata il governo è al lavoro per cercare di riportarla in Italia. (Corriere della Sera)

Sala, Cirielli: “Siamo ottimisti, scarcerazione in tempi ragionevoli grazie ai rapporti con Teheran”

Giovedì 19 dicembre doveva essere il suo ultimo giorno di lavoro in Iran, l’indomani Cecilia Sala sarebbe rientrata in Italia con un volo già prenotato. (Corriere Roma)

La giornalista Cecilia Sala in carcere a Teheran. Tajani, "sta bene e ha parlato due volte con la famiglia" (AGI - Agenzia Italia)

Quanto al trentottenne iraniano arrestato a Malpensa su mandato Usa, aggiunge, «non c’è alcuna correlazione, ma potr… La giornalista italiana potrebbe essere scarcerata «in tempi ragionevoli». (la Repubblica)