"Minuto di silenzio", "Non è previsto". Il voto sul Colle inizia con un disguido
Dopo che il presidente della Camera Roberto Fico ha espresso il cordoglio la triste vicenda, Maria Elisabetta Alberti Casellati ha suggerito di invitare l'Assemblea a osservare un minuto di silenzio.
Al centro del malinteso un minuto di commemorazione per la scomparsa di Enzo Fasano, deputato di Forza Italia e già senatore nelle due precedenti legislature.
In quell'occasione la presidente Nilde Iotti, nella seduta comune del Parlamento, espresse il cordoglio per la scomparsa il giorno prima del senatore della Dc Angelo Tomelleri, senza che venisse osservato il minuto di silenzio. (il Giornale)
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Tuttavia, nei corridoi di Montecitorio nei giorni in cui Silvio Berlusconi non aveva ancora sciolto la sua riserva per la candidatura al Quirinale, circolava voce che Roberto Fico volesse intralciare questa consuetudine Il presidente della Camera leggerà nome e cognome soltanto nel caso in cui entrambi siano riportati nella scheda e la lettura del solo cognome non consenta l'univoca attribuzione del voto. (ilGiornale.it)
Fico, dopo essersi consultato con il segretario generale della Camera, Fabrizio Castaldi, ha deciso di soprassedere, perché in questo caso l’Assemblea è seggio elettorale. Senza che venisse osservato il minuto di silenzio. (Secolo d'Italia)
Il presidente della Camera Roberto Fico ha stabilito le modalità della lettura dello spoglio: il presidente darà lettura del solo cognome ove la scheda rechi solo tale indicazione ovvero quando, pur riportando altre notazioni, sia comunque univocamente individuabile il soggetto cui e' attribuito il voto. (La Stampa)
In quel caso, ad alcuni deputati dell'Udeur fu contestato di aver deliberatamente votato per "Francesco Marini" anziché "Franco Marini", per sabotare l'elezione del senatore abruzzese. Procederà alla lettura di nome e cognome solo laddove non sarà possibile attribuire univocamente il voto (L'HuffPost)
Lo ha annunciato Roberto Fico all’Ufficio di presidenza congiunto. Un sistema, quello delle schede segnate, che rende così riconoscibili i voti dei partiti o delle cordate che puntano su un nome (Secolo d'Italia)
Ma anche alle votazioni successive non ci saranno spazi di manovra sul possibile “controllo” dei voti da parte dei gruppi parlamentari. Storico il caso della votazione in cui Franco Marini era candidato del centrosinistra e non venne eletto. (Il Fatto Quotidiano)