In Libano attacchi sugli aiuti e i palazzi Netanyahu: «Colpiremo ovunque»

Sono almeno 21 i morti e otto i feriti nel bombardamento israeliano di ieri su Aito, nord del Libano. L’obiettivo, una palazzina in cui vivevano una trentina di persone, tutte sfollate dal sud. È la prima volta che la città e la regione vengono colpite. Il ministero della salute libanese ha fornito i dati aggiornati: oltre 2.300 morti e 11mila feriti in Libano dall’inizio del conflitto un anno fa. Almeno un centinaio i medici, paramedici e soccorritori uccisi. (il manifesto)

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E per tre giorni, in effetti, non solo non ci sono stati bombardamenti in città, ma dalla colonna sonora della capitale libanese è anche scomparso il ronzio dei droni dello Stato ebraico. Si dice che il presidente americano Joe Biden avesse chiesto quattro giorni fa al premier israeliano Benjamin Netanyahu di non colpire più Beirut. (Corriere della Sera)

"Stiamo combattendo una dura campagna contro l'asse del male dell'Iran che vuole distruggerci completamente", ha detto Netanyahu, secondo quanto riportano i media israeliani: "Non ce la faranno. (Il Messaggero Veneto)

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Israele, il ministro Gallant in tenuta da guerra: "Non permetteremo il ritorno di Hezbollah al confine"

Gli attacchi aerei israeliani hanno colpito diverse zone del Libano meridionale e orientale, uccidendo più di una dozzina di persone e danneggiando gli ospedali, come riferito dal Ministero della Salute libanese, mentre continuano i combattimenti con il gruppo terroristico Hezbollah. (LAPRESSE)

Hezbollah, il Partito di Dio, sciita, nasce con l’aiuto finanziario e militare di Teheran nel 1982, e i primi “torrenti di sangue” causati da Hezbollah risalgono al 23 ottobre 1983, quando fa esplodere due furgoni bomba, uno contro una caserma dei marine statunitensi, uccidendo 241 soldati, e l'altro contro un edificio che ospitava paracadutisti francesi, 58 morti. (L'Opinione delle Libertà)

"Ho dato istruzioni all'IDF a tutti i livelli per garantire la distruzione di questi siti e per garantire che i terroristi non possano tornare in questi luoghi. Il ministro della Difesa israeliano Gallant si è fatto riprendere in un video nel nord di Israele, al confine con il Libano, con tanto di elmetto e giubbotto antiproiettile. (la Repubblica)