COP29, la protesta degli Stati insulari e dei Paesi in via di sviluppo

Alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Baku, in Azerbaigian (Cop29), i paesi sviluppati hanno alzato a 300 miliardi di dollari (267 miliardi di franchi al cambio attuale) all'anno la loro proposta per il fondo di aiuti ai paesi in via di sviluppo (ieri ne avevano proposti 250), ma i paesi meno vulnerabili ritengono che questi soldi siano ancora troppo pochi. (Corriere del Ticino)

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La sfida chiave di COP29 è il NCQG, acronimo per New Collective Quantified Goal (Nuovo obiettivo quantificato globale): la cifra che i Paesi più sviluppati dovranno stanziare per permettere a quelli in via di sviluppo di affrontare gli effetti della crisi climatica e ridurre le proprie emissioni. (Corriere della Sera)

Il punto principale sul quale si è discusso è stato il finanziamento verso i Paesi in via di sviluppo: "Almeno 300 miliardi di dollari all'anno entro il 2035", stabilisce l'accordo di Baku, fissando questo "nuovo obiettivo collettivo", in sostituzione del precedente di 100 miliardi all'anno. (Il Giornale d'Italia)

E l'altro ieri è stato più esplicito sui contributi elvetici con il quotidiano romando Le Temps: «La Svizzera sta già adempiendo ai suoi obblighi pagando 700 milioni di franchi all'anno. (Corriere del Ticino)

Cop29 a Baku, approvato accordo per il clima: 300 miliardi all'anno ai Paesi poveri

La cifra di 100 miliardi di dollari decisa nel 2009 risulta obsoleta in base alle necessità, stimate dagli esperti nominati dalle Nazioni Unite in almeno 1.300 miliardi. I Paesi poveri chiedono, però, che gran parte di questi sia data in forma di aiuti pubblici e non come ora – il 69 per cento tra 2021 e 2022 – di prestiti per non aggravare il debito, già enorme: una su tre spende più per ripagare i passivi che per salute, istruzione e ambiente. (Avvenire)

Dall’altra chi guadagna con i combustibili fossili, in assenza di alternative chiare, punta a rimandare il cambio della guardia tra la vecchia energia fossile e la nuova a basso impatto ambientale. Da una parte la totalità dei climatologi e la larga maggioranza degli esseri umani hanno preso atto del disastro climatico prodotto dall’uso dei combustibili fossili. (L'HuffPost)

L'obiettivo è fornire un aiuto per far fronte alle devastazioni del riscaldamento globale (LAPRESSE)