Yvonne Sciò: «Non è la Rai? Dopo ho fatto 57 film. Brad Pitt ci provò ma gli dissi di no. Naomi Campbell mi ha picchiata»

Aveva una testa piena di riccioli biondi attaccata alla cornetta del telefono e ripeteva, con aria sognante: «Mi ami, ma quanto mi ami?». Chiunque sia stato senziente nel decennio a cavallo fra gli anni 80 e 90 ricorda quello spot della Sip e quindi Yvonne Sciò. Quindici anni all’epoca, 55 oggi. La sua casa di Roma è tappezzata di foto in bianco e nero: c’è lei bambina ritratta da Slim Aarons, il fotografo del jet set americano; c’è lei con i fratelli Taviani nella Masseria delle allodole («facevo una contessa e anche se non mi trovo mai brava, lì fu bravissima»); c’è la ritrattista di Hollywood Roxanne Lowitt, sulla quale Yvonne ha fatto un documentario nel 2015 («mi affascinava che le sue foto parlassero pur non usando parole»). (Corriere della Sera)
Ne parlano anche altri media
Prima Juliette Lewis, poi Gwyneth Paltrow con i look matchati e hair style interscambiabili fino ai matrimoni naufragati con Jennifer Aniston e Angelina Jolie che continuano a riempire i rotocalchi rosa. (Elle)
Ed è lì che l'ex modella e attrice, oggi 55enne, raggiunge la notorietà. "Mi ami, ma quanto mi ami?", diceva Yvonne Sciò nello spot della vecchia Sip a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Tutto grazie a uno spot. Poi, è arrivato lo spot Sip e le suore hanno detto a mamma che mi avrebbero bocciata perché non potevo andare avanti in quel modo. (ilmessaggero.it)

Oggi fa la documentarista, dietro la macchina da presa. Ieri era davanti all’obiettivo, mentre parlava al telefono, in uno degli spot più famosi della tv con quell’indimenticabile “Mi ami? Ma quanto mi ami?”. (OGGI)
Yvonne, come è iniziato tutto? «A cinque anni, posavo per Vogue Bambino, facevo campagne, sfilate. Sono cresciuta così: mamma americana giornalista di moda, io in collegio dalle suore a Roma, che entravo e uscivo per lavorare. (Golssip)
Come Comitato di Quartiere ogni venerdì siamo davanti all’ex cinema Ambassade per raccogliere le firme al fine di chiederne la tutela come presidio territoriale culturale. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)