Afghanistan: ex sindaca, è tempo di aiuti, non di politica BRUXELLES

Poi, lo scorso agosto, con la presa del Paese da parte dei Talebani è fuggita assieme alla sua famiglia in Europa, destinazione Germania.

Politica, attivista, Ghafari è stata eletta sindaco di Maidan Shahr, cittadini non lontana da Kabul, all'età di 26 anni.

Ospite del festival 'State of Europe', Ghafari pone l'accento sulla necessità di aiutare chi, in Afghanistan, è rimasto.

"Non riconoscere i Talebani non vuol dire non inviare in Afghanistan aiuti umanitari", spiega l'attivista che invita società civile e comunità internazionale a non concentrarsi solo sui rifugiati

Da Bruxelles arriva l'appello di Zarifa Ghafari, la sindaca più giovane dell'Afghanistan costretto a fuggire dal Paese, come migliaia di suoi connazionali, con l'arrivo dei Talebani. (RagusaNews)

Su altri media

Ieri a Kabul è stato assassinato un interprete afghano che aveva lavorato per gli olandesi in una missione internazionale. Ieri, secondo la sua famiglia, un rappresentante dei talebani ha bussato alla porta della casa dell’interprete. (+31mag.nl)

Entrambe le cose faticano ad arrivare. Guidata dal ministro degli Esteri del governo afghano a interim, il mawlawi Amir Khan Muttaqi, la delegazione dei Talebani ha incontrato esponenti del governo turco. (Il Manifesto)

Politica, attivista, Ghafari è stata eletta sindaco di Maidan Shahr, cittadini non lontana da Kabul, all'età di 26 anni. Ospite del festival 'State of Europe', Ghafari pone l'accento sulla necessità di aiutare chi, in Afghanistan, è rimasto. (Gazzetta di Parma)

Da quando le principali compagnie hanno cancellato i voli sul Paese, i prezzi per i voli per Islamabad, sono schizzati a 2500 dollari, a fronte dei 120-150 precedenti la caduta del governo di Ashraf Ghani. (Corriere della Sera)

Questo è il quadro della situazione del paese che ha fatto l'inviato a Kabul Giordano Stabile su La Stampa. Tutto questo oggi accade perché, come scrive Stabile, "anche i Talebani hanno bisogno del mondo!". (InchiostrOnline)

Quella ritirata frettolosa che ha fatto apparire di fronte al mondo così inaffidabili i proclami sull'universalità dei nostri valori di libertà e democrazia È passato un mese e mezzo dalla ritirata degli americani e degli altri Paesi occidentali. (La Repubblica)