Ferrara, mafia nigeriana: trentuno arresti in Emilia-Romagna e Piemonte. Capo un dj afro-beat
Così il sindaco di Ferrara Alan Fabbri commenta l’operazione che ha portato a decine di provvedimenti restrittivi tra Torino e Ferrara.
Da anni segnaliamo il problema della mafia nigeriana ma il sistema politico del Pd, a cui faceva capo la precedente Amministrazione, ha sempre negato, arrivando addirittura ad attaccarci perché abbiamo lanciato l’allarme per tempo.
Trentuno misure di custodia in carcere sono in corso di esecuzione da parte della squadra mobile di Ferrara, nell’ambito di un’indagine sulla mafia nigeriana coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (DDa) di Bologna (Corriere della Sera)
Se ne è parlato anche su altre testate
In manette anche Peter Shellu ed Emiowele Endurance, altri due luogotenenti padovani e Akibege Favour detto «Popori» gravitante nella zona di Vicenza. Trentuno misure di custodia cautelare sono state eseguite mercoledì, cinque degli arrestati risiedevano o comunque gravitavano tra Padova, Vicenza e la provincia di Venezia. (Corriere della Sera)
Uno di loro è appunto "Popori", questo il nome con cui era conosciuto, residente nel capoluogo berico assieme alla famiglia. Popori venne arrestato insieme a Albert Emanuel Raska a Torino il 26 febbraio 2019 dopo l'ennesima importazione di ingenti quantitativi di droga dall'Olanda. (VicenzaToday)
Tra queste va menzionata l’unica assurta al rango effettivo di associata, Aisha Osayandse, il cui compito era controllare il racket della prostituzione. (Il Primato Nazionale)
La violenza rappresenta lo strumento di comunicazione privilegiato per affermare la forza dell’organizzazione sul territorio e creare lo stato di soggezione necessario per accrescere il proprio potere. (CasertaNews)
Il prof. Meluzzi riportò i dati sulla delinquenza in Italia riferita agli stranieri: “Sono un pericolo enorme e non ci deve essere negazionismo e nessun velo di omertà”. Incredibile la mafia nigeriana”. (Imola Oggi)
In azione dalle prime ore dell'alba oltre duecento agenti delle Squadre Mobili, che hanno eseguito diverse misure cautelari, molte delle quali in carcere. Un sodalizio di stampo mafioso presente in numerose città italiane, su cui da tempo indagavano le Direzioni Distrettuali Antimafia delle Procure della Repubblica di Torino e di Bologna (L'Unione Sarda.it)