Meloni da Trump: "In Ucraina c’è stata un’invasione, l’invasore è Putin"
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Roma, 17 aprile – "Penso ci sia stata un’invasione, e l’invasore fosse Putin". Con queste parole, nette e senza ambiguità, la premier Giorgia Meloni ha risposto ai giornalisti dopo l’incontro con Donald Trump alla Casa Bianca, ribadendo una posizione che, seppur non nuova, assume un peso diverso pronunciata accanto a un presidente americano che ha sempre mantenuto toni ambivalenti sul conflitto in Ucraina. "Oggi insieme vogliamo lavorare per una pace giusta e duratura", ha aggiunto, lasciando intendere che, nonostante le divergenze, esiste un terreno comune su cui Washington e Roma intendono muoversi.
Trump, dal canto suo, non ha mancato di rilanciare le sue critiche verso Volodymyr Zelensky, seppur con una parziale attenuazione rispetto ai toni usati in passato. "Non lo ritengo responsabile della guerra", ha detto, rispondendo a una domanda dei giornalisti nello Studio Ovale, prima di incontrare Meloni. Ma il gelo verso il leader ucraino è rimasto palpabile: "Non sono esattamente entusiasta che sia iniziata la guerra. Non sono un suo grande fan". Un’affermazione che, se da un lato scagiona Zelensky dall’accusa di aver provocato il conflitto, dall’altro conferma la distanza tra la Casa Bianca e Kiev, almeno nella retorica dell’ex presidente.
Sul fronte dei negoziati, Trump ha fornito qualche indicazione, seppur vaga, sui tempi: "Avremo risposte molto presto dalla Russia", ha anticipato, senza scendere nei dettagli. Fonti vicine all’amministrazione hanno riferito che Mosca potrebbe comunicare la sua posizione già nelle prossime settimane, anche se non è chiaro se si tratti di un reale avanzamento o di una mera dichiarazione di intenti. Intanto, i colloqui tra gli emissari americani e quelli europei – tra cui spiccano i nomi di Rubio e Witkoff, impegnati a Parigi su dossier che vanno dall’Iran ai dazi – sembrano confermare che la questione ucraina rimane centrale, sebbene con approcci diversi rispetto all’inizio del conflitto.