Report Save the Children: bambini in zone di guerra 1 su 5

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Il Report di Save the Children “Stop the war on children: the pathway for peace” lancia un dato allarmante: nel 2023 il numero di bambini in zone di guerra è 1 su 5. In aumento (del 15%) anche le violenze che sono costretti a subire, soprattutto in Sudan, Ucraina e Palestina. Oltre a omicidi e mutilazioni, già di per sé raccapriccianti, i bambini sono vittime anche di altri tipi di soprusi: i maschi, ad esempio, vengono costretti ad arruolarsi; le femmine – considerate come oggetti – subiscono abusi e sono soggette a schiavitù (Ultima Voce)

La notizia riportata su altre testate

“Quasi un bambino su cinque (in totale 473 milioni di bambini) nel 2023 viveva in una zona di guerra e il numero di gravi violazioni commesse contro di loro in tali contesti è aumentato del 15% nel 2023, raggiungendo il livello più alto dall’inizio delle rilevazioni del 2005. (Nuovo Dialogo)

31.721 casi documentati contro i bambini che vivono in contesti di guerra, pari a una media di 86 crimini contro i bambini al giorno Quasi un bambino su cinque – in totale 473 milioni – vive in una zona di guerra e il numero di gravi violazioni commesse contro di loro in questi contesti è aumentato del 15% nel 2023, raggiungendo il livello più alto dall’inizio delle rilevazioni nel 2005. (Il Fatto Quotidiano)

La denuncia di Save the Children: 473 milioni di bambini vivono in Paesi in conflitto, quasi uno su cinque. (Avvenire)

L’Infanzia sotto attacco: ogni giorno 31 bambini vittime delle guerre, un’emergenza globale senza fine

Conflitti: le violazioni contro i bambini Il numero delle violazioni messe in atto contro i bambini nelle zone di guerra ha raggiunto livelli inaccettabili: un aumento del 15% nel 2023, raggiungendo il livello più alto dall'inizio delle rilevazioni del 2005. (Save the Children Italia)

È disponibile online il nuovo report di Save The Children dal titolo “Stop the War on Children: Pathways to Peace”, che fotografa lo stato delle gravi violazioni sui minori (uccisioni e mutilazioni, rapimenti, violenza sessuale, reclutamento in forze e gruppi armati, attacchi a scuole e ospedali, negazione dell'accesso umanitario) nei contesti di guerra. (Adista)

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