Gli ampi poteri ai servizi segreti del nuovo ddl Sicurezza ricordano i momenti più bui del paese

Il nuovo disegno di legge sulla sicurezza – se approvato anche alla Camera dopo il passaggio al Senato – è già un bel guazzabuglio. Anche su temi delicati e complessi come quelli che coinvolgono i nostri servizi segreti ai quali sembrano riservati ora più ampi poteri. Si legge infatti sul Dossier del Servizio Studi del Senato, che spiega il disegno di legge, qualcosa che fa accapponare la pelle e che soprattutto richiama i momenti più cupi attraversati da questo Paese tra gli anni 60 e 90 del 900 (dagli albori dei tentati golpe anni 60, alla strategia della tensione passando per il sequestro e l’omicidio Moro fino ad arrivare alle stragi di cosiddetta sola mafia del 92 e 93). (Il Fatto Quotidiano)

Su altri giornali

Il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa Michael O'Flaherty chiede in una lettera ai senatori "astenersi" dall'adottare il disegno di legge sulla pubblica sicurezza, a meno... (Virgilio)

Che non è istituzione Ue - scrive al presidente di Palazzo Madama: "Rischio di decisioni arbitrarie e effetti sulla libertà di esprimersi e riunirsi. (Il Fatto Quotidiano)

stimato. E' entrato anche nell'Eca nella più importante scuola, ha avuto un'esperienza all'estero ed oggi è un dirigente (Tuttosport)

Disegno di legge Sicurezza, il Consiglio d’Europa a La Russa: modificatelo

Diversi articoli del Ddl sicurezza, attualmente in discussione al Senato, “restringono il diritto a manifestare e esprimersi pacificamente, e i senatori dovrebbero astenersi dall’adottarlo, a meno che non venga modificato in modo sostanziale per garantire che sia conforme agli standard del Consiglio d’Europa in materia di diritti umani”. (NT+ Diritto)

Ma facciamo attenzione a non perdere di vista il merito delle questioni. Siamo i primi a voler difendere l’autonomia e le prerogative del nostro Parlamento. (Civonline)

Mittente: il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa. Sulla scrivania del presidente del Senato, Ignazio La Russa, è arrivata una lettera. (Italia Oggi)