Un “accrocco” mal scritto che non poteva passare

È un “no” che in realtà diventerà un “ni” e forse quasi un “si” all’incostituzionalità della riforma delle autonomie differenziate quello pronunciato ieri dalla Corte costituzionale presieduta da Barbera, quasi un messaggio di addio del presidente che sta per lasciare. E dice in sostanza: l’autonomia rafforzata sì può fare, ma non così; servono leggi ben scritte, non gli “accrocchi” che il Parlamento si è ormai abituato a sfornare. (La Stampa)

Ne parlano anche altri media

«La riforma dell’autonomia differenziata va abbandonata», anche perché ciò «che non è stato bocciato dalla Consulta risulterà inapplicabile». Gaetano Azzariti, professore ordinario di diritto costituzionale all’università La Sapienza, esperto che più volte è intervenuto sul tema, chiede alla politica di cambiare strada e pensare alla «solidarietà tra i territori». (la Repubblica)

Dice, in sostanza: si può fare una legge, ma non così: non si possono devolvere in blocco tutte le materie alle Regioni, in quanto questo non è coerente con l’asse… (L'HuffPost)

Smontata nei suoi ingranaggi essenziali, come fu undici anni fa per il «porcellum» elettorale, sempre firmato dal senatore e ministro leghista. (il manifesto)

Autonomia, l’opposizione esulta per il verdetto della Consulta: “La legge non c’è più”. Ma la Lega: “Faremo le modifiche e andremo avanti”

La Corte costituzionale ha bocciato pezzi fondamentali della legge sull’Autonomia differenziata, come le norme sui livelli essenziali dei servizi e il Parlamento dovrà riscriverle seguendo le indicazioni dei giudici a cui si erano rivolti le regioni Toscana, Campania, Puglia e Sardegna. (Il Fatto Quotidiano)

Il Carroccio spegne lo sbraitare della sinistra che non ha interpretato al meglio l'indicazione dei giudici che se da un lato pongono rilievi su cui spetta al Parlamento intervenire, dall'altro hanno stabilito che è infondato il ricorso alla Consulta sulla legittimità della norme. (Liberoquotidiano.it)

L’opposizione esulta, la maggioranza cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno. (Il Fatto Quotidiano)