Parla l’allenatore di Matilde Lorenzi: “Le reti non c’erano. Matilde è caduta e non respirava più”
«La morte di Matilde è una cicatrice che mi porterò dentro tutta la vita». È passato un mese da quando Matilde Lorenzi, giovane atleta azzurra che sognava le olimpiadi, è caduta sulla pista Grawand G1 in Val Senales in Alto Adige. L’allenatore Angelo Weiss era lì con lei, come sempre, a condividere sogni e passioni, difficoltà e impegno. Cinquantacinque anni e un passato da slalomista azzurro, al… (La Stampa)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Nei giorni scorsi Ernesto Carbone, consigliere laico del Csm aveva depositato la richiesta per l'apertura di una pratica per fare chiarezza sulla correttezza e sulla completezza delle indagini svolte dalla procura di Bolzano. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Un comunicato diffuso due giorni dopo la convocazione dello stesso Bisignano da parte del procuratore generale di Trento, Corrado Mistri. È stato «un fatto meramente accidentale», la morte della sciatrice azzurra 19enne Matilde Lorenzi, caduta mentre si allenava in una pista in val Senales (Alto Adige). (Corriere della Sera)
Angelo Weiss, allenatore di Matilde Lorenzi, dice che la morte della promessa dello sci italiano «è una cicatrice che mi porterò dietro tutta la vita». Matilde è morta sulla pista Grawand G1 in Val Senales in Alto Adige (Open)
Un coraggio e una forza straordinarie, da parte di Elena e Adolfo, i genitori di Matilde, e di Lucrezia, Giosué e Matteo, i fratelli della stellina che lo sci tricolore piange da quando, lo scorso 28 ottobre, quella maledetta caduta in allenamento sulla pista “Grawand G1” ci ha portato via la campionessa italiana di super-g. (NEVEITALIA.IT)
Non è stata violata «alcuna regola cautelare», né da parte dei carabinieri, né della Procura, né del gestore che non aveva alcun obbligo di installare, in quel tratto di posta, «misure di protezione e/o segnaletiche». (Corriere del Trentino)
Non sono state rilevate violazioni alla normativa sulla sicurezza: «Non c’era alcun pericolo atipico, né interno né esterno alla pista, tale da imporre al gestore lungo quel tracciato di allenamento misure di protezione e/o segnaletiche», si legge in una nota. (Lettera43)