Il comunicato del sindacato Rai letto al Tg1: «Non siamo il megafono del governo»

I giornalisti del tg1, del tg2 e del tg3 Rai hanno letto, al termine dei notiziari di oggi – 12 aprile -, un comunicato del sindacato dei cronisti della tv pubblica Usigrai contro la norma licenziata in Commissione di Vigilanza sulla par condicio nei talk-show. «La maggioranza di governo ha deciso di trasformare la Rai nel proprio megafono – si legge nel comunicato Usigrai - Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. (Corriere TV)

Su altri media

Arriva la doppia par condicio pubblico-privato. (Italia Oggi)

A dire la sua su questo tema è intervenuto, in una intervista a La Stampa, anche Massimo Giletti muovendo una critica anche alla premier Meloni: “Pensavo che il nuovo che ci governa oggi facesse un passo avanti e invece continua a fare varianti sull’eredità di un mondo finito. (Il Fatto Quotidiano)

Il paradosso del serial killer Contro la par condicio (Virgilio Notizie)

Lo ha fatto attraverso la Commissione di Vigilanza che ha approvato una norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk senza vincoli di tempo e senza contraddittorio”. E lo hanno fatto in diretta TV, leggendo un comunicato diffuso dal sindacato USIGRai a tutela proprio dei professionisti. (StrettoWeb)

Al termine dei telegiornali della Rai - Tg1, Tg2 e Tg3 - i giornalisti hanno letto in diretta il comunicato di Usigrai (il sindacato dei giornalisti della tv di Stato) contro il via libera della Commissione di Vigilanza alla norma che consente ai rappresentanti del governo di parlare nei talk-show senza vincoli di tempo e senza contraddittorio. (Repubblica TV)

Lo spiega a Today.it il responsabile comunicazione del Partito Democratico, Sandro Ruotolo, commentando il voto il voto del consiglio dell'Agcom sul regolamento per le prossime elezioni europee. "L'Agcom ha rimandato al mittente il tentativo del governo di trasformare la televisione pubblica in un megafono della premier e dei ministri. (Today.it)