Sharon Verzeni, la famiglia: «Non si parli di raptus, Moussa Sangare è uscito per uccidere». Il killer in cella da solo, Sergio Ruocco torna a Terno
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Moussa Sangare è apparso «frastornato». Il 31 enne fermato per l'omicidio di Sharon Verzeni, la barista 33enne uccisa con 4 coltellate a terno d'Isola (Bergamo) la nottetra il 29 e 30 luglio, si trova nel carcere di via Gleno e ha incontrato il suo legale Giacomo May. Da solo in cella, sotto stretta vigilanza e seguito dagli psicologi dell'istituto, il giovane si sarebbe chiuso nel silenzio e finora avrebbe chiesto solo da bere. (leggo.it)
Se ne è parlato anche su altre testate
«Gli elementi che emergono - afferma - non sembrano puntare verso un disturbo affettivo o psicotico in fase acuta, vale a dire verso una patologia mentale, mentre potrebbe emergere un disturbo legato a personalità antisociale che non è motivo di incapacità di intendere o volere. (Gazzetta del Sud)
“Mio fratello non stava bene. Ad aprile mi ha raggiunto alle spalle mentre stavo ascoltando la musica in sala e mi ha minacciato con un coltello. Io non mi ero accorta di niente, mia mamma, che da quando ha avuto l'ictus non riesce più a parlare, cercava di farmi capire che ero in pericolo. (Fanpage.it)
Sangare è in una cella da solo e viene sorvegliato a vista nel timore possa compiere gesti autolesionistici. Ha già incontrato più volte il suo legale ed è probabile che nella mattinata di lunedì decida di ripetere anche nell’interrogatorio di convalida lo stesso racconto già fatto al pm e ai carabinieri di Bergamo, ovvero di aver scelto a caso la sua vittima e di aver agito senza alcun motivo. (L'Eco di Bergamo)
L'ex rapper viveva da solo a Suisio (Bergamo), a cinque chilometri da Terno d'Isola. (Fanpage.it)
Ha mollato la bicicletta e l’ha aggredita, cingendole le spalle: voleva colpirla al cuore, il coltello è rimbalzato, probabilmente sullo sterno, è caduto. Quando l’ha incrociata, mentre Sharon procedeva con passo veloce da piazza dei Sette Martiri verso via Castegneta ha fatto un’inversione con la bici. (ilmessaggero.it)
Il delitto, infatti, non sarebbe legato né a una tentata violenza sessuale, né a una rapina. Ossia «una sensazione», che l’avrebbe spinto ad aggredire la donna, scelta «a caso». (Vanity Fair Italia)