Processo a Turetta, gli avvocati di Cecchettin: «Nessun pentimento per ciò che ha fatto»

Filippo Turetta, imputato per il femminicidio della sua ex fidanzata Giulia Cecchettin, ha ammesso davanti alla Corte d’Assise di Venezia di aver pianificato l’omicidio, confermando la premeditazione e una "lista di cose da fare" con la quale aveva tentato di coprire le tracce. Nell'interrogatorio durato quasi sei ore, Turetta ha raccontato in aula gli ultimi tragici momenti di Giulia, affermando di averla colpita per "non farla soffrire". (La Nuova Venezia)

Ne parlano anche altri giornali

Filippo Turetta: mostro o “uomo banale”, da cui scaturisce la famigerata “banalità del male”? Leggendo a fondo il memoriale scritto di suo pugno in cella, in questi mesi, non si può non rimanere colpiti da frasi come “il nostro destino era di stare per sempre insieme”, “non vedevo un futuro senza di lei”; ma sono altri, più nascosti, i segnali del disagio che ha condotto al femminicidio (ilgazzettino.it)

Così il professor Giovanni Caruso, difensore di Turetta, commenta con l'Ansa il processo che vede il giovane imputato per l'omicidio di Giulia Cecchettin. E' una possibilità». (ilmessaggero.it)

Ergastolo. Ieri, 25 novembre, Turetta è comparso in tribunale e per oltre 5 ore ha raccontato i dettagli di quei momenti: le coltellate, la rabbia, la lista delle cose terribili che voleva fare a Giulia e che confermerebbe la premeditazione. (ilgazzettino.it)

Turetta e il memoriale: «Ecco il momento in cui decisi di uccidere Giulia». Nelle pagine per nominarla scrive "Lei"

"In quel momento sentivo di aver perso per sempre la possibilita' di tornare insieme a Giulia, il fatto che lei aprisse a questo. In quel momento ho percepito questo: di perdere la possibilita' di un rapporto". (Tiscali Notizie)

Le parole di Gino Cecchettin, padre di Giulia, appena uscito dall'aula del tribunale di Venezia. (Video Alberto Zorzi) Il padre di Giulia Cecchettin: «Il dolore più grande? Sapere cosa ha attraversato mia figlia» (Corriere della Sera)

Filippo Turetta: mostro o “uomo banale”, da cui scaturisce la famigerata “banalità del male”? Leggendo a fondo il memoriale scritto di suo pugno in cella, in questi mesi, non si può non rimanere colpiti da frasi come “il nostro destino era di stare per sempre insieme”, “non vedevo un futuro senza di lei”; ma sono altri, più nascosti, i segnali del disagio che ha condotto al femminicidio (ilgazzettino.it)