Ilaria Salis, la Lega: “A processo per un’aggressione anti-Salvini”
Il caso di Ilaria Salis, la docente tenuta in catene al processo in Ungheria, è ormai tema di dibattito politico. L’attenzione si è spostata dalla logica richiesta di un adeguato trattamento di un detenuto in un Paese occidentale alla più classica delle polemiche partitiche. Da un lato la sinistra sinistra accusa il governo e Giorgia Meloni di non aver fatto nulla, di andare a braccetto con Viktor Orban e i suoi metodi non esattamente democratici. (Nicola Porro)
Se ne è parlato anche su altri media
Un episodio per cui l'insegnante 39enne è finita a processo. Ilaria Salis, nel 2017, insieme ad altre persone sarebbe stata protagonista di un azione anti-Salvini a Monza assaltando un gazebo della Lega. (Corriere Milano)
Bene ha fatto il vicepremier Antonio Tajani a mettere in chiaro, sin da subito, che sulla dignità di Ilaria Salis, come su quella di ogni altra persona detenuta in Italia o all'estero, l'esecutivo non intende transigere in alcun modo e che da Budapest "esige il rispetto dei diritti e delle garanzie previste dalle norme europee" . (ilGiornale.it)
Delle ormai molte interviste del padre di Ilaria Salis, mi ha colpito più di tutto una frase. L’ingegnere Roberto Salis si è trovato a dover difendere pubblicamente i diritti di essere umano di sua figlia, incarcerata per quasi un anno in attesa di giudizio, nella Ungheria di Orbán. (L'HuffPost)
C'è anche Gabriele Marchesi, 23enne milanese, a essere imputato con Ilaria Salis nel procedimento sugli scontri a Budapest del febbraio 2023: sta scontando la pena ai domiciliari in Italia. (Fanpage.it)
Dopo ben 11 mesi dai fatti, la politica e la stampa italiana si sono accorte che in Ungheria c'è un'italiana in carcere. Le foto della sua entrata in un'aula di tribunale a Budapest incatenata mani e piedi hanno scioccato i più, anche chi non le ha viste, facendo partire subito un'ondata anti-Orbán con chi chiede la liberazione, chi il rientro in patria, chi i domiciliari e chi ha fiducia nella giustizia ungherese che purtroppo e come si sa è indipendente dai voleri del governo, proprio come la nostra. (L'HuffPost)
"Ci sono situazioni in cui tacere è una colpa, mentre parlare è un obbligo morale e una responsabilità civile. Penso a Ilaria Salis, che tutti abbiamo visto umiliata e incatenata in tribunale, in occasione del processo che la vede coinvolta in Ungheria (la Repubblica)