Marco Patarnello, quando la toga rossa irrideva Silvio Berlusconi

Simone Di Meo 22 ottobre 2024 Non si sarà stupito più di tanto Marco Patarnello a vedere sui giornali la sua mail con cui invitava il sindacato dei magistrati (Anm) a reagire alle riforme sulla giustizia del premier Giorgia Meloni. Non era d’altronde il suo esordio pubblico. «Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni», ha scritto il sostituto procuratore della Cassazione nella ricostruzione offerta dal Tempo. (Liberoquotidiano.it)

Ne parlano anche altri giornali

I Per un paio di giorni hanno cercato un appiglio qualunque per massacrare Silvia Albano, la presidente di Magistratura democratica tra i sei giudici del tribunale di Roma che venerdì non hanno convalidato il trasferimento in Albania di dodici migranti soccorsi nelle acque italiane del Mediterraneo. (il manifesto)

Esistono elementi di continuità e di discontinuità fra le varie fasi dell’uso politico della giustizia, decollato in modo clamoroso nel 92-94, con Mani Pulite ad opera del pool dei pm di Milano, più il pool dei quattro giornali (Corriere della Sera, La Repubblica, la Stampa, più l’organo del PCI l’Unità) con le reti Mediaset, poi proseguito contro Berlusconi quando scese in politica e infine adesso con lo scontro di una parte della magistratura con Giorgia Meloni e il governo di centrodestra. (L'HuffPost)

Sono già partiti un’interrogazione parlamentare e una segnalazione al Consiglio superiore della magistratura per valutare l’ipotesi di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale. La contrapposizione ormai è frontale. (il Giornale)

Il marcio che non stupisce

La mail del giudice Patarnello nuova clava della sinistra contro il governo? Una scelta errata. E a dirlo è un esponente che nel Pd ha rivestito ruoli di primo livello, Stefano Esposito, ex dirigente nazionale dei dem. (Liberoquotidiano.it)

Il nuovo nemico è stato scelto, il vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini prende la mira con nome e cognome: «Il magistrato Marco Patarnello andrebbe licenziato in tronco, perché dimostra di non avere equidistanza e serenità». (La Stampa)

L'unica cosa che mi stupisce è lo stupore per quello che è successo, cioè che un magistrato abbia messo per iscritto sui suoi social la sua avversità al governo in carica. (il Giornale)