TG Poste del 22 ottobre 2024 | TG Poste - Le notizie di Poste Italiane, dei settori della logistica, della

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Inverno demografico: nascite in calo del 3,4%; Racconti di finanza: si attenua il rischio-Italia sul debito; Poste mondo Welfare: ultimo mese per gli sconti Il rapporto Istat sulla natalità in Italia fotografa un Paese in pieno inverno demografico. Poco più di 379 mila nuove nascite nel 2023, in calo del 3,4% sull’anno precedente, solo 6 neonati su ogni mille residenti. “Il patto di stabilità al test dei nuovi paradigmi” è stato il titolo dell’ultimo incontro della serie Racconti di finanza, promossi da Bancoposta Fondi Sgr, dedicato al tema della gestione del debito pubblico in un contesto di mutati paradigmi economici e finanziari. (TG Poste)

Su altri media

Le nascite in Italia erano 570 mila del 2009, e saranno 372 mila quest’anno, se le tendenze di gennaio-luglio 2024 verranno confermate nei mesi successivi. Per interpretare questo drastico calo, da più parti si sottolinea la crescente disaffezione dei giovani verso la procreazione. (La Stampa)

Istat: nel 2023 in Sicilia 1,3 nati per donna contro 1,5 del 1995. E il primo bambino arriva in media a 32 anni. La scelta è spesso legata alla precarietà lavorativa e alle difficoltà di mettere insieme lavoro e famiglia (Quotidiano di Sicilia)

Dal 1999 al 2023 si è quasi dimezzato il numero dei nuovi nati registrato ogni anno. Il calo sfiora il 40%. (ilmattino.it)

Non rassegniamoci alla denatalità: il futuro dipende da noi

I nati nelle Marche nel 2023, in tutto 8.797, sono appena il 40% di quanti ne vennero al mondo sessant'anni fa (22.081 nati nel 1964), nella fase più prolifica del baby boom nazionale. Si chiamano per lo più Leonardo e Sofia, i nomi più voga qui come nel resto d’Italia, ma soprattutto sono pochi. (corriereadriatico.it)

Una discesa che parte da lontano, dal 2009, quando il numero di nuovi nati erano 1.324 (il dato più alto degli ultimi 25 anni) e che si è andato assottigliando raggiungendo il primato di oggi, con una diminuzione di 501 unità. (ilmessaggero.it)

Se consideriamo la struttura demografica dell’Italia come un edificio, l’esposizione al rischio di crollo non è dovuta a un terremoto, ma al progressivo deterioramento di muri portanti per incuria e scarsa manutenzione. (Avvenire)

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