L'editoriale / La democrazia non si difende con i giudici ma con il voto

Conviene provare a combattere gli estremismi politici in tribunale? E non nella competizione per il consenso degli elettori? Quale può essere una realistica regolamentazione dei media per vaccinare “società aperte” rispetto all’influenza di Stati stranieri che non si fanno scrupoli ad utilizzare la tecnologia per destabilizzare i propri avversari? Il caso estremo di un Paese dell’Unione Europea che condivide 600 chilometri di confine con l’Ucraina, può fornire indicazioni interessanti. (ilmessaggero.it)

Ne parlano anche altri media

Il Psd resta il primo partito col 22%, ma l’estrema destra avanza a grandi falcate dimostrando che il risultato del primo turno delle presidenziali non è stato casuale. (il manifesto)

Se si sommano i voti di altre due formazioni minori, poi, l’estrema destra sale al 31%: un rumeno su tre quindi si schiera sul quel fronte politico, mentre nelle precedenti elezioni era meno di uno su dieci. (RSI Radiotelevisione svizzera)

Alle elezioni parlamentari romene i socialdemocratici sono primi ma l’estrema destra avanza. E con essa bisogna fare i conti anche per le presidenziali in due turni. Comunque vada in Romania, la fine del 2024 è anche la fine delle certezze: la lealtà di Bucarest alla Nato non era in discussione prima che il nome del candidato presidente Cǎlin Georgescu si imponesse sui notiziari. (Vanity Fair Italia)

Romania, confermato il ballottaggio presidenziale dopo il risultato shock del primo turno

PUBBLICITÀ La massima corte romena ha certificato la vittoria shock al primo turno di un populista di estrema destra poco conosciuto alle elezioni presidenziali, un risultato che ha gettato il Paese in una crisi politica tra accuse di violazioni elettorali e interferenze russe. (Euronews Italiano)

Se vireremo a Est ci sarà un esodo massiccio di persone», avvertiva ieri a urne ancora aperte l’economista romeno Radu Georgescu. «Con questo voto decidiamo se restare a Ovest o svoltare a Est: sono le più importanti degli ultimi 100 anni. (Corriere della Sera)

A prima vista, una cifra molto bassa anche per gli standard del nostro Paese, dove la partecipazione è sempre più in calo. Il primo dato che risalta all’occhio nelle elezioni parlamentari rumene riguarda l’affluenza, ferma al 52%. (Inside Over)