Margith Sinner, la morte della zia di Jannik e il lutto in Val Pusteria: «Si prendeva cura di lui e del fratello»

Era riuscito a rivederla un’ultima volta solo una settimana al rientro da New York dove l’8 settembre scorso aveva vinto gli Us Open, dedicandole quel successo con parole in mondovisione che hanno toccato il cuore di tutti. Sarebbe stata l’ultima volta insieme. La zia materna di Jannik Sinner, Margith, da tutti soprannominata «Maggie», domenica nella sua casa di Villabassa, paese della Val Pusteria a pochi chilometri da Sesto, a soli 56 anni, ha perso la sua battaglia contro un male incurabile. (Corriere del Trentino)

La notizia riportata su altri giornali

Purtroppo la sua amatissima ed adorata zia è venuta a mancare. Non ce l’ha fatta Margith Rauchegger. Jannik Sinner, l’ultima notizia che arriva è devastante: l’intero mondo del tennis è letteralmente sconvolto (MilanLive.it)

Foto Ray Giubilo La notizia è stata appresa da Sinner poco dopo essere sbarcato a Pechino, dove si è recato per iniziare la sua trasferta asiatica (TennisItaliano.it)

La mano sul cuore e un bacio verso il cielo: così Jannik Sinner ha dedicato la vittoria contro Nicolas Jarry, agli Atp di Pechino, alla zia Margith, scomparsa da pochi giorni e alla quale era legatissimo. (La Stampa)

Il numero uno del mondo ha vinto rimontando il cileno Nicolas Jarry, numero 28 del mondo, con il punteggio di 4-6 6-3 6-1 in poco meno di due ore di gioco. (il Giornale)

Aveva 56 anni, è morta Margith Sinner la zia di Jannik: ''Vorrei che tu sapessi quanto eri preziosa" Il campione altoatesino le aveva dedicato la vittoria dello Us Open. Per lui era stata una sorta di seconda mamma: ''Quando ero piccolo i miei lavoravano tutto il giorno e io trascorrevo molto tempo con mia zia. (il Dolomiti)

Le aveva riservato la vittoria degli Us Open. Jannik Sinner lascia il campo di Pechino – dopo il successo in tre set (4-6; 6-3; 6-1) contro il cileno Jarry – con la dedica speciale e commovente a Margith, sorella della madre di Sinner Siglinde, morta a soli 56 anni dopo una brutta malattia. (Il Fatto Quotidiano)