«Parlare non è conveniente». Il governo silenzia i giudici
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Essere imparziali, ma anche sembrare tali. Come la moglie di Cesare: al di sopra di ogni sospetto.È una questione sulla quale i giuristi hanno prodotto nei decenni tonnellate di riflessioni e che, in effetti, dà da pensare anche all’opinione pubblica, con il governo che si propone di sciogliere il nodo per decreto. Ieri mattina, alla riunione preparatoria convocata mentre la premier Meloni è in Sud America dal sottosegretario Alfredo Mantovano in vista del consiglio dei ministri in programma per lunedì, nello schema dell’ennesimo decreto sulla giustizia, al punto 4, leggiamo che tra gli illeciti disciplinari dei magistrati ci sarà anche «la consapevole inosservanza del dovere di astensione nei casi in cui è previsto dalla legge l’obbligo di astenersi o quando sussistono gravi ragioni di convenienza». (il manifesto)
La notizia riportata su altri media
O, ancora, se un magistrato esprime durante un convegno o un'intervista un'opinione su una riforma che riguarda un tema caldo, di cui si occupa per lavoro, dovrà rinunciare a trattare cause che riguardano la materia su cui si è espresso o la sentenza che è stata criticata. (L'HuffPost)
Nel testo del decreto legge che assembla una serie di eterogenee norme (dai giudici di pace alla crisi d’impresa, dall’edilizia penitenziaria ai reati informatici), tutte però considerate urgenti, è infatti collocata una stretta disciplinare che aggiorna la disciplina degli illeciti ascrivibili a giudici e pubblici ministeri. (Il Sole 24 ORE)
Al primo punto del pre-Consiglio, la riunione preparatoria dei tecnici tenuta ieri a Palazzo Chigi, è stato discusso lo schema di decreto legge che introduce una modifica importantissima alla normativa … (Il Fatto Quotidiano)
Ecco, dunque, che lunedì prossimo, dopo un passaggio tecnico già avvenuto nella precedente riunione a Palazzo Chigi, arriva in Consiglio dei ministri una bozza di decreto per introdurre una norma che potrebbe prevedere (il contenuto è circolato solo in bozza, dunque il condizionale è di rigore) azioni disciplinari per i magistrati che prendono posizione pubbliche su un argomento di cui si occupano o di cui si occuperanno. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Una prima risposta arriva dal presidente della Corte Costituzionale. (La Stampa)
In un decreto all’ordine del giorno del prossimo Cdm, il ministero della Giustizia guidato da Carlo Nordio ha inserito una norma che colpisce giudici e PM che prendono posizione in pubblico sui temi dell’attualità politica: in caso non rinunciassero a occuparsi dei fascicoli sulle stesse questioni, rischieranno sanzioni disciplinari. (Primaonline)