Da Oslo un grido e una preghiera: non dimenticate

Agli ultimi testimoni, agli ultimi che ancora possono raccontare. Il Nobel per la Pace all’associazione giapponese Nihom Hidankyo, che raccoglie i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, è un grido da Oslo, e una preghiera: non dimenticate. La memoria di chi c’era, tramandata, può essere uno dei pochi ostacoli al ritorno di quelle armi nucleari che noi nati dopo la guerra avevamo rimosso, come un fantasma del passato. (Avvenire)

Su altri media

Franca Faita, 76 anni, commenta con la consueta ironia l’assegnazione del Premio Nobel per la pace a Nihon Hidankyo, associazione dei sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki ‘premiata per i suoi sforzi per realizzare un mondo libero dalle armi nucleari’. (IL GIORNO)

Nel pomeriggio di Hiroshima stava seguendo la diretta da Oslo senza troppa attenzione, assorto nei suoi pensieri e senza particolari aspettative, quando ha sentito pronunciare il nome Nihon Hidankyo, quale premio Nobel per la Pace per il 2024. (Il Fatto Quotidiano)

Dan Smith, direttore del Sipri, l’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace… Soprattutto è un messaggio nei confronti dei leader delle grandi potenze: che hanno speso belle parole in questi anni sui passi da compiere verso il disarmo nucleare, ma non è quello a cui stiamo assistendo però”. (la Repubblica)

Cagliari. (SARdies.it)

L’associazione da decenni propugna e divulga nel mondo il ripudio delle armi atomiche come risoluzione dei conflitti. Mai come adesso, dal momento che la pace nel mondo e la stessa sopravvivenza del genere umano sono compromesse da conflitti accesi come micce nei vari angoli del pianeta, occorre riflettere sull’opportunità del dialogo, della diplomazia e del rispetto tra i popoli. (Tecnica della Scuola)

Nobel Pace, i rappresentanti di Nihon Hidankyo: "Tramandare la conoscenza sulle armi nucleari alle nuove generazioni" 12 ottobre 2024 (Il Sole 24 ORE)