Tutti i paradossi della nuova Europa

Un fascio di nervi ieri Ursula von der Leyen, alla presentazione della nuova Commissione europea, l’Ursula II. Ha sbrigato la pratica il più in fretta possibile, come se si trovasse davanti a un funzionario dell’Agenzia delle entrate. Senza pathos, senza passione, con tante dosi di euroroutine. Davanti ai banchi vuoti dei Patrioti e dei Sovranisti, che hanno preferito il discutibile caffè frances… (La Stampa)

Ne parlano anche altri giornali

Quattro temi da affrontare sui giornali di oggi. Il primo: "Il via libera zoppicante e fatisco di Ursula Von der Leyen e della seconda Commissione Ue", spiega Daniele Capezzone nella sua rubrica "Occhio al caffè", la rassegna stampa politicamente scorrettissima di oggi. (Liberoquotidiano.it)

Formalmente la chiamata alle armi della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen – arrivata durante il discorso con cui ha chiesto la fiducia della nuova commissione – non fa una grinza. (Il Fatto Quotidiano)

Ursula von der Leyen inizia la navigazione della sua seconda Commissione in acque perigliose. Rese tali dalla gestione complessa di un meccanismo che - è bene ricordarlo - è ben diverso dalle dinamiche dei governi nazionali. (Avvenire)

Ue, il Pd si interroga sul voto con la destra a von der Leyen: “Noi responsabili, ma ora vigileremo”

Certo, ci sono state dentro i gruppi politici delle questioni nazionali che hanno influenzato il voto, ma abbiamo una Commissione europea solida che parte con voti importanti”. Lo ha detto Paolo de Castro, professore ordinario di Economia e Politica Agraria all’università di Bologna ed ex ministro dell’Agricoltura, a margine del Forum Coldiretti in corso a Roma, a Villa Miani. (Agenzia askanews)

Alla fine, nonostante i veti incrociati tra i gruppi parlamentari, la commissione-bis di Ursula von der Leyen ha incassato il via libera per un nuovo mandato quinquennale, che inizierà il 1° dicembre. (ilmessaggero.it)

ROMA – All’indomani della fiducia alla debolissima nuova Commissione europea, accolta con il minimo dei voti della storia, il Pd, diviso tra senso di responsabilità e voglia di opposizione a Strasburgo, riparte dalle parole della segretaria Elly Schlein: “Non sentiamo questa Commissione come nostra, è giusto che parta ma non faremo dare per scontati i nostri voti”. (la Repubblica)