Violenza su sanitari. Omceo Milano incontra il Questore: “Basta botte e minacce, ecco le nostre proposte”

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PNRR Ponte sullo Stretto

Violenza su sanitari. Omceo Milano incontra il Questore: “Basta botte e minacce, ecco le nostre proposte” Dotare i presidi sanitari di forze dell’ordine, istituire all’interno degli ospedali ‘rinforzi’ privati della sicurezza con servizio di sorveglianza e vigilanza, mettere in atto misure che contribuiscano a spegnere i contenziosi fra famigliari e medici e medici e pazienti, stimolare un dialogo aperto e una formazione ad hoc. (Quotidiano Sanità)

Ne parlano anche altre testate

– Dieci miliardi per la sicurezza dei medici (e dei pazienti). Mentre oggi il decreto sulle aggressioni ai sanitari è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, il presidente Fnomceo Filippo Anelli insiste: “Servono 10 miliardi da investire sul personale medico se vogliamo davvero invertire la rotta”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Il provvedimento 'Misure urgenti per contrastare i fenomeni di violenza nei confronti dei professionisti sanitari, socio-sanitari, ausiliari e di assistenza e cura nell'esercizio delle loro funzioni nonché di danneggiamento dei beni destinati all'assistenza sanitaria' prevede la reclusione da uno a cinque anni e multe fino a 10mila euro. (Alto Adige)

La norma prevede pene più severe in caso di danneggiamento all'interno degli ospedale e strutture socio-sanitarie: fino a 5 anni di carcere e 10 mila euro di multa, in caso di fatto commesso da più persone la pena è aumentata. (La Gazzetta del Mezzogiorno)

Sanità: da oggi in vigore norme anti-violenti, pene più severe e arresto in flagranza differita

“Chi ci sarà qui a lavorare tra qualche anno?”, si chiede Bruno Zecca, segretario della FP CGIL medici e dirigenti SSN Lombardia (TGR Lombardia)

Il fenomeno riguarda l’intero Paese, da Nord a Sud. Gentile Direttore,le aggressioni e le violenze fisiche al personale sanitario, a medici, infermieri, operatori sociosanitari, stanno assumendo una dimensione preoccupante. (Corriere della Sera)

Quando lavori in un luogo di cura e arrivi a chiederti quale sia la migliore via di fuga da quel luogo in caso di minaccia alla tua incolumità, qualcosa si è già rotto da tempo. Non trova altre parole l’infermiera toscana con cui abbiamo parlato, dopo essere stata vittima e testimone di episodi di violenza e di aggressione di parenti inferociti, dopo esserne stata ostaggio. (Collettiva.it)