Ruffini e il “salto” come leader centrista: «Io in politica? Guai a restare a guardare»
IL PERSONAGGIO ROMA Benigno Zaccagnini diceva che «la politica è un salto». E aveva ragione: è un salto in alto (scendere in politica: che brutta espressione!) e un salto in lungo, quando la si concepisce come si deve. Cioè come un impegno per il bene comune, non come un atto di presenza o di presentismo, ma come una responsabilità che si prende per costruire il futuro. Per una politica così intesa, sembra davvero pronto Ernesto Maria Ruffini, che prima il Messaggero poi altri giornali indicano come probabile punto di riferimento del mondo cattolico ma non solo cattolico che si pone al centro, per far interagire senza sudditanza i riformisti con il campo della sinistra che è troppo schleinerianamente di sinistra mentre molti moderati non vanno più a votare perché non trovano chi li rappresenti. (ilmessaggero.it)
Se ne è parlato anche su altri media
E cerca di spiegare anche il motivo: "Perché è l’unico modo per rimanere me stesso. Ernesto Maria Ruffini lascia l'Agenzia delle Entrate. (Il Giornale d'Italia)
"Non scendo in campo - dice, commentando l'ipotesi di un ruolo di 'federatore' dell'area centrista dell'opposizione - ma rivendico il diritto di parlare. Lo annuncia questa mattina in una intervista al Corriere della Sera. (L'HuffPost)
Ernesto Maria Ruffini, direttore dell'Agenzia delle Entrate, annuncia le dimissioni in un'intervista al Corriere della Sera. (ilmessaggero.it)
“Il clima è cambiato”, dice in una intervista al Corriere della Sera. Ruffini nell’intervista dice di aver visto “mercoledì il ministro Giorgetti per avvertirlo dell’intenzione di rimettere il mandato e consentire così il regolare passaggio di consegne con chi sarà chiamato a succedermi”. (Agenzia askanews)
Ma non scioglie fino in fondo le riserve sul suo futuro in politica. Finita una telenovela (breve), ne inizia forse un'altra: Ernesto Maria Ruffini si dimette dalla direzione della Agenzia delle Entrate, come richiesto da più voci nella maggioranza dopo le indiscrezioni di stampa che lo volevano prossimo leader dei centristi vicini al Pd. (Liberoquotidiano.it)
Dopo 48 ore nulla è accaduto. Il direttore dell'agenzia delle entrate, l'esattore del governo Meloni, è rimasto in silenzio, per ora non ha escluso il suo avvento nell'agone politico come leader del nascituro «centro» del campo largo o addirittura «frontman» del centro-sinistra. (il Giornale)