Sciopero della scuola, “in Toscana aderisce oltre il 50 per cento, a Livorno l’80 per cento” dicono i sindacati. Presidio davanti alla prefettura
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Stipendi inadeguati all'inflazione, ancora troppi precari e contratti di lavoro da salvaguardare e non differenziare. Sono alcune delle rivendicazioni portate in piazza da Flc Cgil Toscana in occasione dello sciopero nazionale dei settori Scuola, Università, Ricerca e Afam. Presidio regionale di fronte alla prefettura di Firenze in Via Cavour, altri si sono svolti a Pisa e Grosseto. «Adesione sup… (La Repubblica Firenze.it)
La notizia riportata su altri giornali
“Siamo qui per dire no al taglio dei salari che vuole il governo, per chiedere politiche diverse per il welfare pubblico perché siamo convinti che senza investimenti su scuola, sanità e sul futuro delle nuove generazioni non c’è futuro per il nostro Paese”. (FLC CGIL)
Secondo quanto si apprende da fonti accreditate, la rilevazione fatta alle 18 di giovedì - e riguardante quasi il 57% delle scuole italiane - indicava infatti una percentuale di adesione media del 5,20%, con punte superiori al 6,5% tra il personale Ata, leggermente inferiori al 5% tra il personale docente, sotto l'un per cento tra i dirigenti e del 2% tra il personale educativo. (Il Sole 24 ORE)
TERAMO. La segretaria generale Flc Cgil Teramo, Alessandra Palombaro, ha evidenziato le ragioni della protesta: dall’adeguamento salariale («in Italia gli stipendi sono i più bassi d’Europa e, rispetto ai lavoratori della funzione pubblica, a parità di titolo di studio, il divario è di circa 6.500 euro»), all’autonomia differenziata che crea disparità fra le regioni, alla diffusa condizione di precariato. (Il Centro)
“Per il nostro ateneo si tratta di un taglio veramente pesante: benché sia formalmente quantificato in circa 7 milioni di euro, di fatto corrisponde a più del doppio per la revisione dell’impostazione di alcune voci contabili. (LA NAZIONE)
I prof: «Siamo i nuovi poveri del settore pubblico» (Corriere Delle Alpi)
«Lunedì spiegherò ai miei studenti perché ho scioperato e perché non era una giornata di festa ma di lotta» dice Rosanna, collaboratrice scolastica, mentre è in presidio sotto al ministero dell’Istruzione (e merito) di viale Trastevere, a Roma. (il manifesto)