Claudio Amendola, confessioni di un comunista

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Claudio Amendola, noto attore italiano e protagonista della serie televisiva "I Cesaroni", ha sempre manifestato apertamente le sue simpatie verso la dottrina comunista, ispirandosi a figure come Marx, Lenin e Gramsci. Nel suo ultimo libro, Amendola racconta un episodio significativo della sua giovinezza, quando sua madre Rita, donna indipendente e fuori dagli schemi, lo portò con sé in un viaggio nei Paesi dell'Europa dell'Est. Questo aneddoto, che riflette il legame profondo tra madre e figlio, svela anche l'influenza che l'ideologia comunista ha avuto sulla formazione personale e professionale dell'attore.

Amendola, intervistato dal Corriere della Sera, ha affrontato vari temi, tra cui il calcio, sport di cui è grande appassionato e tifoso della Roma. L'attore ha espresso il suo disappunto per l'esonero di Daniele De Rossi, ex calciatore e allenatore della squadra giallorossa, sottolineando come il calcio moderno lo deluda sempre di più. Negli anni '80, racconta Amendola, andare allo stadio era un'esperienza di goliardia e convivialità, con damigiane di vino e teglie di pasta, mentre oggi il calcio è diventato un mondo in cui i giovani accedono rapidamente a una ricchezza eccessiva, perdendo il contatto con la realtà.

L'attore ha anche ricordato il film "Ultrà", girato nel 1990, che divenne iconico ma gli causò problemi con i tifosi organizzati della Roma, con cui aveva un legame forte fino a quel momento. Amendola ha confessato di aver sperperato i suoi soldi in passato, facendo qualche "casino di troppo", e ha parlato della sua esperienza nella fiction "I Cesaroni", che lo ha reso celebre al grande pubblico.

Recentemente, Amendola ha pubblicato il libro "Ma non dovevate anda' a Londra", in cui racconta la sua vita dagli 11 ai 32 anni, offrendo uno spaccato sincero e dettagliato della sua crescita personale e professionale.