Ecco perché non sentirò la mancanza di Beppe Grillo

Ecco perché non sentirò la mancanza di Beppe Grillo
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Nicola Porro INTERNO

Ieri Giuseppe Conte ha liquidato Beppe Grillo. Ha ragione Tommaso Cerno sui quasi 300 mila euro che si prendeva Grillo dal Movimento Cinque Stelle. La domanda che dobbiamo farci è: non è che quei soldi arrivavano dai fondi dei gruppi parlamentari, cioè contributi pubblici, versati come consulenza a Grillo per la comunicazione? Pensate davvero che ce li metteva Conte di tasca sua? Oppure qualcuno dei suoi amichetti? Chissà se entravano in questo grande calderone quei soldi che, Giuseppi dixit, sono finiti a foraggiare una “controcomunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale”. (Nicola Porro)

La notizia riportata su altri media

L'idillio fatale che sconvolse il mondo (e il ruolo centrale dell'Italia nella nuova Europa) in uscita il 30 ottobre da Mondadori-Rai Libri. (Corriere della Sera)

Considera il garante già irrilevante, il passato che scalcia. “Non si è mai visto un parricidio con la risoluzione di un contratto, questa vicenda è assolutamente marginale rispetto all’assemblea costituente”, giura Giuseppe Conte al Corriere. (Il Fatto Quotidiano)

Chiesi a Giuseppe Conte se non fosse stravagante per un partito pagare il suo Khamenei, l’inarrivabile Capo Supremo, l’Elevato soprannaturale, il Garante che tutto può e tutto decide. – Fui io a portare l’argomento sul tavolo nell’intervista per il mio libro in uscita. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Conte: “Parricidio su Grillo? Termine non ha senso”

Sul palco di Genova Conte sfodera sorrisi di maniera a favore di obiettivi e telecamere: ma il volto sembra tirato. Del resto, ha ben poco da ridere. (Secolo d'Italia)

Il presidente del M5s a CasaCorriere Festival, a Napoli, è tornato sulla questione del mancato rinnovo della collaborazione di Beppe Grillo con l’associazione. "Non c'è nessuna accelerazione – ha detto-. (Sky Tg24 )

Per il fondatore significa dover rinunciare a 300 mila euro all’anno. Dopo la notizia, il figlio dell’altro fondatore del Movimento, Davide Casaleggio, anche lui fatto fuori da Conte, parlando con La Stampa ha diffidato l’ex premier: «Non citi mio padre (Gianroberto, ndr) a sproposito, quello che sta facendo è solo maquillage democratico – attacca – le decisioni sono già state prese, compreso il ben servito a Grillo». (La Stampa)