Raid israeliano a Beirut
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Milano, 23 nov. - Edifici distrutti e macerie ricoprono le strade di Beirut la mattina dopo che gli attacchi israeliani notturni hanno preso di mira il quartiere di Chiyah, nella periferia meridionale della città, una roccaforte di Hezbollah. Il raid, che ha colpito un palazzo di otto piani, ha causato almeno undici morti e sessantatré feriti, mentre prosegue la ricerca di altri dispersi. È la quarta volta in una settimana che la capitale libanese viene colpita, e secondo il media saudita al Arabiya, l’obiettivo di questo raid sarebbe stato il comandante militare supremo di Hezbollah, Muhammad Haydar, la cui sorte rimane incerta.
Davanti alle macerie di un palazzo di otto piani in piena Beirut, va in scena un altro atto del lungo tramonto di Hezbollah: le scavatrici della municipalità cercano di farsi largo tra i calcinacci, ma della milizia filo-iraniana non c’è traccia. Non solo il Partito di Dio libanese appare indifeso, stordito dai colpi che ne hanno eliminato la leadership, ma ormai non riesce neppure più a fare presenza davanti al cratere. Colpito un palazzo a Beirut, almeno undici morti e sessantatré feriti. Nella notte, un attacco aereo israeliano ha colpito un palazzo di otto piani nel centro di Beirut. Almeno undici persone sono rimaste uccise e sessantatré ferite. Nel frattempo, prosegue la ricerca di altri dispersi.
L'edificio di otto piani, preso di mira da cinque missili, è completamente crollato. In precedenza, l'agenzia libanese Ani aveva riferito di un "orribile massacro" nel raid. L'obiettivo dell'attacco aereo israeliano era un "importante leader di Hezbollah".