L'epica rinasce? Una recensione de «Il gladiatore II» di Ridley Scott
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Sono trascorsi 24 anni dall’uscita del film Il gladiatore, il capolavoro di Ridley Scott che ha reinterpretato il cinema storico agli inizi del XXI secolo. Ora, il regista britannico è tornato con un sequel di medio pregio, che tenta di combinare maestosità visiva e narrazione epica. Al centro della storia, Lucio Vero (Paul Mescal), figlio di Lucilla, costretto a confrontarsi con un destino personale avvolto nelle trame dell’Impero, sotto la guida corrotta degli imperatori Geta e Caracalla. (Panorama)
Ne parlano anche altre testate
#articoli A scanso di equivoci chiarisco subito che Il gladiatore II mi è piaciuto, così come può piacermi un film di puro intrattenimento senza particolari velleità artistiche, ma che rispetta il proprio compito. (CineFacts)
La giornata di mercoledì 20 novembre ha registrato un incasso di 1.395.255 euro (218.501 spettatori) su 2.646 schermi, -8% di box office rispetto al 22 novembre 2023 e -1% rispetto a sette giorni fa. (Cineguru)
Il Gladiatore II, un film storico? No... pura fantascienza. Ecco quali sono le (tante) inesattezze storiche, che vi riveliamo senza spoilerare troppo. Con ripasso delle inesattezze de Il Gladiatore. (Finestre sull'Arte)
«Ho realizzato di avere la stessa età che aveva mia madre quando è uscito il primo Gladiatore, nel 2000» ha detto una mia amica che ci ospitava a cena, nel suo appartamento in affitto condiviso con altre due coinquiline. (GQ Italia)
E – visto che qui stiamo un ancora po’ tutti leggendo tutto alla luce del trauma elettorale – in effetti, nel contesto della guerra dei gender, il sequel/remake del peplum campione d’incassi con Russell Crowe, che il regista baronetto inglese diresse ventiquattro anni fa, si colloca cento per cento nella colonna dei «maschi». (il manifesto)
Potrei dire, cavalcando un meme recente, che il mio Roman Empire è stato sin da molto piccola l’Impero Romano, nello specifico quello ricreato da Ridley Scott, con la voce profonda di Luca Ward che doppia Russell Crowe, le lunghe scene di battaglie, la saggezza di Marco Aurelio, interpretato da Richard Harris, di lì a poco primo Silente nella saga di Harry Potter, la follia dello straordinario Commodo di Joaquin Phoenix, i Campi Elisi, le mani che accarezzano il grano e la colonna sonora diventata sottofondo di qualsiasi spot evocativo. (The Vision)