L'Italia non vince, ma sa scegliere i vincenti

Apparentemente l'Italia rimane fuori dai Golden Globe, i rinnovati premi statunitensi che, dopo una parentesi complicata con lo scioglimento dell'associazione della stampa estera hollywoodiana, ora, con una giuria più allargata e inclusiva, è tornato a essere uno dei più importanti riconoscimenti cinematografici e televisivi. Vermiglio di Maura Delpero non ce l'ha fatta nella categoria migliore film internazionale nella cui cinquina c'era il titolo rubamazzo Emilia Pérez di Jacques Audiard (il Giornale)

Ne parlano anche altri giornali

Qualche sorpresa e molte conferme, il trionfo del musical trans di Jacques Audiard, Emilia Perez. Che ha battuto anche l’italiano Vermiglio, che continua però la sua corsa agli Oscar. (Corriere della Sera)

Dopo la serata degli Oscar quella dei Golden Globes rappresenta l’appuntamento più glamour del cinema internazionale, con i premi che anticipano di un paio di mesi gli Academy Awards e danno anche importanti indicazioni sui possibili vincitori della statuetta più ambita. (La Nuova Sardegna)

Con i verdetti dei Golden Globes si è aperta ufficialmente la stagione dei premi che si concluderà con la cerimonia di premiazione degli Oscar il 3 marzo al Dolby Theater di Los Angeles. (cinematografo.it)

Popcorn, stalker e Olocausto: Hollywood dà premi, non voti

Il trono dei Golden Globes se lo sono diviso in due, rispettando le previsioni della vigilia: The Brutalist e Emilia Pérez. Il primo ha vinto nella categoria dei film drammatici, dove Adrien Brody è stato premiato come miglior attore, e ha fatto vincere a Brady Corbet il titolo per il miglior regista (assegnato senza divisioni di categorie). (Corriere della Sera)

Diretto da Jacques Audiard. Al cinema dal 9 gennaio. Emilia Pérez (Vanity Fair Italia)

Primo is nothing, l’Hollywood politica anche meno, l’Italia può attendere: gli 82esimi Golden Globes, rinnovati e inclusivi ma chissà quanto decisivi per l’award season, scodellano sentenze e modellizzano il futuro: gli Oscar recepiranno? Secondi è meglio. (Il Fatto Quotidiano)