L'Ue si schiera con i giudici. Lo stop della Casa Bianca. E Trump "minaccia" l'Onu
L'Occidente si spacca sulla decisione della Corte Penale Internazionale di emettere mandati d'arresto nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dell'ex ministro della difesa Yoav Gallant, e dell'attuale leader di Hamas Mohammed Deif. Mentre gli Usa respingono categoricamente la mossa della Corte penale internazionale, l'Unione europea afferma che gli Stati membri sono tenuti ad applicarla. (il Giornale)
Ne parlano anche altre fonti
“Conto di incontrare presto esponenti del governo israeliano e se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto. Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini che, a margine dell’assemblea Anci, ha commentato la notizia del mandato d’arresto emesso dalla Corte penale internazionale per il premier israeliano, l’ex ministro della Difesa, Gallant, e il leader di Hamas Ibrahim Al-Masri (Il Fatto Quotidiano)
Tel Aviv, 22 novembre 2024 – Il giorno dopo la decisione della Corte penale internazionale, a tenere banco sul fronte medio-orientale è ancora la notizia del mandato di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, accusato con l’ex ministro della Difesa Gallant di “crimini di guerra”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
"Conto di incontrare presto esponenti del governo israeliano e se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto. I criminali di guerra sono altri". (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Le accuse rivolte alla Corte penale internazionale di aver posto sullo stesso piano una organizzazione terroristica come Hamas e il governo di una popolazione aggredita sono strumentali e non reggono di fronte ai principi del diritto internazionale e alla prova di fatti. (Avvenire)
– Crimini contro l’umanità: i mandati d’arresto che la Corte penale internazionale ha emesso nei confronti di Benjamin Netanyahu, del suo ex ministro della Difesa Yoav Gallant e del leader di Hamas Mohammed Deif ha sollevato una selva di domande che vanno ben oltre il Medio Oriente in fiamme, anche perché trasformano il premier israeliano e gli altri destinatari del provvedimento in ricercati “globali”. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
In un’intervista alla radio pubblica ungherese il leader di Budapest ha confermato che il mandato “non sarà rispettato“. (LAPRESSE)