Scuola, i professori precari sono «troppi e discriminati»: l’Italia finisce davanti alla Corte Ue. Il boom degli ultimi anni

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Finisce alla Corte di giustizia europea la questione dei supplenti italiani. Si tratta di centinaia di migliaia di precari che ogni anno entrano in classe a far lezione ma senza stipendi adeguati. Per l’Europa è discriminazione. Il motivo? Il problema sta nel numero crescete di supplenti e nella legislazione dello stipendio degli insegnanti assunti a tempo determinato: «Non prevede una progressione salariale basata sui precedenti periodi di servizio – spiega la Commissione Ue – è una discriminazione rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato. (leggo.it)

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La Commissione europea ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia Ue perché non ha posto fine all'utilizzo abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie. (Corriere della Sera)

La Commissione europea ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia Ue perché non ha posto fine all'utilizzo abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie. (Fanpage.it)

Lo ha annunciato Bruxelles, secondo cui l'Italia non ha disposto le norme necessarie a correggere queste distorsioni.La Commissione ha osservato che la legislazione italiana che determina la retribuzione dei docenti a tempo determinato nelle scuole pubbliche, non prevede una progressione salariale basata sui precedenti periodi di servizio. (LA STAMPA Finanza)

ABUSO UTILIZZO CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO NELLA SCUOLA: CI RISIAMO, IL MIM DI NUOVO DEFERITO ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA

La Commissione Europea ha deciso di deferire l’Italia alla Corte di Giustizia UE a causa della perdurante violazione della normativa europea sul lavoro a tempo determinato nel settore scolastico. Secondo la Commissione, l’Italia non ha attuato le misure necessarie per contrastare l’abuso dei contratti a termine e la discriminazione nei confronti del personale docente e ATA. (Orizzonte Scuola)

L’UE, in concreto, ha messo sotto accusa la legislazione italiana in quanto non prevede che i supplenti fruiscano di incrementi retributivi analoghi a quelli destinati ai colleghi di ruolo. (ANP)

Infatti, la Commissione ha nuovamente deciso di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione europea in quanto tale paese non ha posto fine all’utilizzo abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie (direttiva 1999/70/CE del Consiglio). (flp scuola foggia)