L’inchiesta sui dati rubati. Accessi a Inps e Agenzia Entrate. Le accuse all’investigatore ferrarese
In più occasioni e con l’aiuto di pubblici ufficiali compiacenti si sarebbe impossessato di informazioni sensibili intrufolandosi in banche dati protette. Sono una quindicina le contestazioni di cui deve rispondere Luca Cavicchi, il 62enne ferrarese indagato nell’ambito della maxi inchiesta sui dati rubati che conta cinquanta iscritti. Si tratta di una presunta associazione a delinquere (il reato associativo non è però contestato a Cavicchi) che aveva lo scopo di procurarsi dati rilevanti, sensibili e segreti, anche di personaggi di spicco del panorama nazionale, e crearne un ‘mercato’ illecito. (il Resto del Carlino)
Su altri media
C’è un filo rosso che collega Milano e Londra nella storia della presunta maxi-centrale di dossieraggio scoperta dalla Procura di Milano, indagine con al centro Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano e l’ex superpoliziotto della Mobile, Carmine Gallo. (Il Fatto Quotidiano)
Leggi tutta la notizia Ambientalista, interista, di sicuro di sinistra. (Virgilio)
«All’interno della propria compagine associativa e nell’ambito della rete relazionale, l’organizzazione dispone di risorse umane assolutamente in grado di mettere in atto operazioni di depistaggio e di delegittimazione», scrivono i pm nella richiesta di custodia cautelare per i sodali di Equalize, la ditta dei dossier. (ilmessaggero.it)
L’indagine ruota attorno all’agenzia Equalize e ha fra i principali indagati il 38enne reggiano Giulio Cornelli, amministratore e socio unico della Develope And Go (Dag), con sede a Reggio in via Gandhi 20, e Nunzio Samuele Calamucci, socio della Mercury Advisor, hacker, consulente informatico e investigativo, entrambi finiti ai domiciliari. (Gazzetta di Reggio)
Centinaia di migliaia di accessi abusivi sui personaggi pubblici per cui venivano costruiti dossier al fine di screditarli. Orio al Serio. (BergamoNews.it)
Politici sistematicamente nel mirino dell’agenzia investigativa Equalize, oppure solo vittime occasionali di interessamenti contingenti del suo proprietario Enrico Pazzali; la banca dati Sdi del Viminale davvero «bucata», o solo una sperimentazione poi non perfezionata su larga scala; e il presidente di Fondazione Fiera Milano «pienamente consapevole» delle illegalità, oppure tenuto dai dipendenti «non completamente a conoscenza dalla reale invasività»? Le intercettazioni di due anni di indagini sono le stesse, la gravità dei fatti è condivisa, eppure non potrebbe essere più diversa la lettura che ne fa la Procura di Milano nelle 1.217 pagine di richiesta di 16 misure cautelari, e la lettura che ne fa il gip del Tribunale nelle 513 pagine di ordinanza di custodia cautelare per soli 4 domiciliari e 2 interdizioni. (Corriere Milano)