Meta si adegua all’era Trump: passo indietro su moderazione contenuti. Cosa cambia per gli utenti

Meta, passo indietro su moderazione contenuti, “basta censura, abbiamo sbagliato”: ecco cosa cambia per gli utenti Fuori i moderatori “professionisti”, verificatori di fatti e di fake news, e meno censura di contenuti scomodi. Meta annuncia una rivoluzione nelle politiche di revisione contenuti. Sono novità che cambieranno in modo significativo il modo in cui i post, i video e altri contenuti sono moderati online e quindi appaiono a noi utenti su Facebook , Instagram , Threads . (Il Sole 24 ORE)

La notizia riportata su altri media

Marck Zuckerberg ha infatti annunciato la cessazione negli Usa dei programmi di fact checking sulle sue piattaforme perché “sono stati troppo politicamente di parte e hanno prodotto più sfiducia di quanta ne abbiano creata”. (il Giornale)

Il gigante dei social media annuncia una significativa riduzione delle sue politiche di moderazione dei contenuti. Prevista anche l'eliminazione dei limiti di espressione su alcune tematiche come l'immigrazione. (Sky Tg24 )

Meta interrompe ufficialmente il programma di fact checking per la moderazione di contenuti pubblicati su Facebook, Instagram e Threads. (WIRED Italia)

Mark Zuckerberg smantella il sistema di fact checking: fine della censura su Facebook e Instagram?

Elon Musk e la nuova amministrazione Trump, non gongolano: di più! Con loro, anche noi tutti amanti della libertà. Così, alla fine della fiera, addio facili censure per singole parole sgradite al buonismo un tanto al chilo, e addio a quella cialtronata del fact-checking, spesso e volentieri arma di coercizione del dissendo più che filtro della verità. (Il Giornale d'Italia)

Per Bruxelles sarà ora difficile imporsi. Il dietrofront di Meta sulla libertà di espressione si spiega con l’effetto Trump-Musk ma anche con la fine dell’aggressività dell’amministrazione dem sul controllo della disinformazione e con la necessità di un appoggio politico contro i regolamenti Ue sempre più stringenti. (Il Fatto Quotidiano)

Si sta molto discutendo in questi giorni della decisione di Mark Zuckerberg di porre fine al demenziale sistema del cosiddetto fact-checking, nome pudico, rigorosamente in lingua inglese, per non dire censura. (Il Giornale d'Italia)