Mancini: «Sbagliato lasciare l’Italia. Arabia? Non per soldi, vi dico il motivo» - Cagliari News 24

L’ex commissario tecnico dell’Italia ha rilasciato qualche parole su il suo dalla Nazionale e della scelta di allenare in Arabia: le parole L’ex commissario tecnico della Nazionale italiana, Roberto Mancini, ha parlato per Il Giornale. Queste le sue parole riportate da Calcionews24: LASCIARE L’ITALIA – «No, non rifarei la scelta di lasciare la panchina dell’Italia. Le capita mai di pentirsi di una scelta sbagliata? Ecco, lasciare la Nazionale è stata una scelta sbagliata che non rifarei». (Cagliari News 24)

Se ne è parlato anche su altri media

Se potessi tornare indietro affronterei tutto in modo diverso. Se io e Gravina ci fossimo parlati, spiegati, chiariti, probabilmente le cose non sarebbero andate così. (Firenze Viola)

Mancini: "La mancata qualificazione al Mondiale è una ferita che brucia ancora" (TUTTO mercato WEB)

L'ex giocatore e allenatore della Lazio ha rivelato che quando arrivò la chiamata per allenare gli azzurri non riusciva a crederci e decise di chiamare subito Vialli, che lo convinse ad accettare. "Sono stati cinque anni meravigliosi, con qualche difficoltà all'inizio, per poi inanellare una serie di vittorie e record di cui vado orgoglioso". (La Lazio Siamo Noi)

Roberto Mancini compie 60 anni: il flop in Arabia, la figlia bullizzata, gli insulti di Sarri. Chi è l'ex c.t.

Lui ne parlato apertamente di quello che è stato il momento della separazione con la Federazione saudita, oltre a tornare sul tema che fu caldissimo per lui, inerente all’addio alla Nazionale, come molti dicono “per soldi”. (Rompipallone – News sul calcio nazionale e internazionale)

Lo ha fatto in un'intervista a Il Giornale dove ha ammesso: «Se potessi tornare indietro affronterei in maniera diversa l'addio alla Nazionale, è stata una scelta sbagliata. Quel rapporto di fiducia che avevo con la Federazione si era reciprocamente incrinato ma se io e il presidente Gravina ci fossimo parlati, spiegati e chiariti probabilmente le cose non sarebbero andare così». (ilmessaggero.it)

Una carriera da enfant prodige in campo — a Bologna a 17 anni — e proseguita vincendo quasi ovunque. Dotatissimo ma controverso, quasi estremo, è uno dei pochi campioni specie nel calcio — che possono vantare di aver vinto molto sia in campo, da giocatori, sia in panchina, da allenatori. (Corriere della Sera)