"Governo in confusione", affondo dell'opposizione sul mandato d'arresto per Netanyahu

Il governo in ordine sparso, ministri che si smentiscono l'un l'altro. E le opposizioni pronte a soffiare sulle divisioni dell'esecutivo sulla richiesta di mandato di arresto della Corte penale internazionale per Benjamin Netanyahu. Da Pd, M5S e Avs arriva la sollecitazione alla premier Giorgia Meloni a prendere posizione che, nel pomeriggio, arriva. Le polemiche però restano. Se la presidente del Consiglio rinvia ogni determinazione sul caso al G7 degli Esteri, il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini si è già schierato, in linea con Orban: "Se Netanyahu venisse in Italia sarebbe il benvenuto". (Adnkronos)

Su altri giornali

Medioriente, Tajani: "Su Netanyahu linea Italia è quella della premier" 22 novembre 2024 (Il Sole 24 ORE)

Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha dichiarato che " la presidenza italiana del G7 intende porre il tema all’ordine del giorno della prossima ministeriale esteri che si terrà a Fiuggi dal 25 al 26 novembre. (il Giornale)

Lia Quartapelle, deputata Pd, già responsabile esteri del partito e tra gli esponenti più vicini a Israele. Come valuta l’ordine di arresto per Netanyahu? (il manifesto)

Mandato d’arresto per Netanyahu: il governo litiga. E ognuno va per sé

Governo Meloni diviso sul mandato d’arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu emesso dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra. L’ultima uscita del vicepremier Matteo Salvini, che ha invitato Netanyahu in Italia, non sembra essere piaciuta agli alleati del centrodestra, a partire da Giorgia Meloni (Virgilio Notizie)

Il mondo si interroga sul mandato di cattura internazionale spiccato dalla Cpi contro Benjamin Netanyahu e Yoav Gallant per crimini di guerra, ma nel paese anche i più strenui oppositori del premier respingono l’equazione che assimila la posizione del loro capo di governo a quella dei terroristi di Hamas. (ilmessaggero.it)

La Spagna è “pronta a eseguire” il mandato d’arresto della Corte penale internazionale nei confronti di Benjamin Netanyahu, anche il Portogallo si sente “vincolato”, la Francia invece frena e la Germania promette “un esame coscienzioso” che è un modo per dire che non arresterebbe il leader di Israele. (Il Fatto Quotidiano)