Omicidio Verzeni, denunciato il sosia di Johnny Depp: «Finto testimone in cerca di visibilità»

Si è inventato di aver conosciuto Sharon Verzeni, la 33enne uccisa a coltellate la notte tra lunedì 29 e martedì 30 luglio, solo «per visibilità». E, ora, il sosia di Johnny Deep – Fabio Delmiglio, sosia cinquantenne dell’attore che abita a Brembate Sopra – è stato denunciato per «favoreggiamento personale». L’uomo si era presentato sabato scorso dai carabinieri sostenendo di aver incontrato Verzeni qualche giorno prima del suo omicidio, mentre si trovava all’interno del “Vanilla bar” di Brembate dove la donna lavorava come cameriera e di aver avviato con lei uno scambio di messaggi per ragioni di lavoro tramite un noto social network (Open)

Se ne è parlato anche su altre testate

Fabio Delmiglio, cinquantenne di Brembate Sopra si era presentato il 25 agosto al comando provinciale dei carabinieri di Bergamo per testimoniare sull’omicidio di Sharon Verzeni spiegando di averla conosciuta il 25 luglio nel locale di Brembate in cui la ragazza lavorava: «Sharon mi ha riconosciuto come sosia di Depp, mi ha chiesto se fossi stato disponibile a pubblicizzare una cosa per lei». (Corriere Bergamo - Corriere della Sera)

L’uomo, infatti secondo quanto comunicano i carabinieri, ha deliberatamente dichiarato il falso allo scopo di assicurarsi visibilità e rafforzare la propria immagine il proprio lavoro. (Il Fatto Quotidiano)

(Adnkronos) – È stato denunciato per favoreggiamento personale Fabio Delmiglio, il cinquantenne di Brembate di Sopra (Bg), noto per essere il sosia di Johnny Depp. (CremonaOggi)

Si era presentato ai carabinieri come il “sosia di Johnny Depp”, sostenendo di aver conosciuto Sharon Verzeni qualche giorno prima dell’omicidio. Ma quella che all’inizio sembrava essere una persona informata sui fatti si è rivelata essere un finto teste, dopo che lui stesso ha ammesso di essersi «inventato tutto solo per visibilità». (L'Unione Sarda.it)

Fabio Delmiglio, questo il suo nome, aveva raccontato di aver incontrato la 33enne pochi giorni prima del delitto e si era messo a disposizione degli inquirenti sostenendo di essere in possesso di informazioni utili. (Virgilio Notizie)

Screen Tg1 I carabinieri di Bergamo lo hanno definito “ un finto testimone in cerca di visibilità ”. (il Giornale)