Kiev uccide il super generale. Mosca minaccia: "Vendetta"
Erano le 6.12 del mattino quando il generale russo Igor Kirillov usciva dal portone della sua casa di Mosca, insieme con il suo vice. Varcata la soglia, circa 300 grammi di tritolo, piazzati su un monopattino sono stati attivati a distanza e il generale è stato investito in pieno dall'esplosione e ucciso. Un attentato «criminale», secondo Mosca, «un bersaglio legittimo» per Kiev, che ha rivendicato l'attacco contro uno degli uomini più in vista del regime di Putin (il Giornale)
Se ne è parlato anche su altri giornali
Al 29enne sarebbero stati promessi 100 mila dollari e un posto dove vivere nell'Unione Europea. Secondo le accuse della Russia, l'uomo sarebbe stato arruolato da Kiev per uccidere il comandante a capo delle forze di difesa nucleare ed il suo vice. (Il Giornale d'Italia)
Buongiorno. «Dalla Russia con amore»: il generale Igor Kirillov lo conoscevamo per la missione che portava quel nome, concordata direttamente dall'allora premier Giuseppe Conte e da Vladimir Putin. (Corriere della Sera)
A ventiquattro ore dall'attentato a Mosca che ha ucciso il generale Igor Kirillov e il suo assistente, dopo la rivendicazione di Kiev, resta da chiarire il come sia stato possibile arrivar così vicino a un pezzo da novanta. (il Giornale)
L'uomo avr… (L'HuffPost)
Le misure - condotte in collaborazione con il dipartimento di protezione, la polizia e il servizio militare dell'Esercito - servono "a testare la protezione antisabotaggio delle strutture statali ed aumentare la sicurezza dei residenti di Kiev e delle persone sotto protezione statale", si legge nella nota. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Il nome del general-tenente Igor Kirillov fino a ieri non diceva molto ai più, eppure era un uomo di fama globale: era stato proprio lui a inventarsi la storia delle “zanzare da combattimento”, selezionate nei presunti laboratori di armi biologiche gestiti dagli americani in Ucraina, per poi venire trasportate sui droni in Russia, cariche di virus geneticamente manipolati per «colpire selettivamente soltanto alcuni gruppi etnici come gli slavi». (La Stampa)