La Thuile, la Fontina e la Brignone: un trionfo valdostano
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A La Thuile, tra le nevi della Valle d’Aosta, si respira un’aria di festa. Non solo per la Coppa del Mondo di sci alpino, che ha portato atlete e tifosi da ogni angolo del globo, ma anche per un orgoglio locale che si manifesta in due simboli: la Fontina, formaggio d’eccellenza, e Federica Brignone, atleta di casa che sta scrivendo una pagina storica dello sci italiano. Roger, noto come Il Vero Valdostano, influencer e allevatore di Champorcher, non ha esitato a definirla “il top del top”, un’espressione che racchiude l’ammirazione di un’intera regione per la sua campionessa.
Brignone, cresciuta a pochi chilometri da La Thuile, a La Salle, è oggi a un passo dalla conquista della sua seconda Coppa del Mondo, dopo il trionfo del 2020. Il terzo posto nel primo superG di questa tappa le ha permesso di allungare ulteriormente il vantaggio su Lara Gut-Behrami, l’unica rivale rimasta in corsa per la classifica generale. Con 332 punti di margine, la valdostana potrebbe chiudere i conti già oggi, nel secondo superG in programma. Per farlo, le basterebbe guadagnare altri 68 punti sulla svizzera, un obiettivo alla sua portata considerando la forma smagliante e il supporto del pubblico di casa.
La Thuile, del resto, è diventata un palcoscenico ideale per Brignone. Tra le montagne che l’hanno vista crescere, l’atleta si è dimostrata a suo agio, nonostante l’emozione di gareggiare davanti ai suoi concittadini. “Era nervosa, ma felice”, raccontano i membri del suo fan club, che ieri sera l’hanno attesa fino a tardi per un saluto e una foto. Federica, sempre disponibile, ha posato con tutti, regalando sorrisi e autografi ai giovani sciatori locali che la considerano un modello.
La storia di Brignone, però, non è solo una questione di numeri o di punti in classifica. È il racconto di un’atleta che, dopo aver fatto dell’Italia la prima nazione al femminile a vincere la Coppa del Mondo, sta per replicare l’impresa. Un traguardo che, in campo maschile, è stato raggiunto solo da tre grandi nomi: Gustav Thoeni, Piero Gros e Alberto Tomba. Se oggi dovesse confermare il suo dominio, Brignone entrerebbe definitivamente nel pantheon dello sci italiano, unendosi a quei leggendari predecessori.